Il Museo d’arte della Svizzera italiana presenta fino al 16 giugno una grande retrospettiva sul Surrealimo svizzero. La rassegna indaga sia l’influenza che il movimento ha avuto sulla produzione artistica elvetica, sia il contributo degli artisti svizzeri nel definire lo stesso. La mostra si focalizza unicamente sulle manifestazioni storiche del Surrealismo. La mostra copre un arco cronologico che va dagli anni 20′ fino alla fine degli anni ’50. La rassegna è curata dal direttore del museo Tobia Bezzola con Francesca Benini, collaboratrice scientifica MASI.
Il surrealismo, movimento d’avanguardia
Il Surrealismo nasce a Parigi a metà degli anni venti attorno alla figura di André Breton. In Svizzera questo movimento d’avanguardia ha un interessante sviluppo autonomo. Durante gli anni tra le Guerre mondiali, caratterizzati ovunque in Europa da un contesto politico e sociale conservatore, il movimento diventa un rifugio per gli artisti progressisti. A differenza della altre avanguardie, il Surrealismo non si distingue attraverso determinate caratteristiche formali e stilistiche. Il surrealismo era piuttosto un’attitudine, un approccio alla vita e all’arte che accomuna i suoi interpreti. I surrealisti s’interessano all’universo interiore dell’uomo. In particolare all’inconscio e al caso, incentrando la loro ricerca su tematiche quali il sogno, le angosce, le fantasie, le ossessioni, la sessualità. Così gli artisti giungevano a forme e creazioni del tutto nuove.
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo, si compone di un centinaio di opere. La retrospettiva si apre con uno sguardo generale al contesto e allo sviluppo del movimento surrealista. Presente nel percorso anche una significativa scelta di documenti e disegni. In mostra i più importanti rappresentanti svizzeri del Surrealismo, cominciando dai precursori, Hans Arp e Paul Klee. La rassegna ospita poi tutti i principali artisti svizzeri che hanno influenzato il Surrealismo. E’ il caso di artisti come Alberto Giacometti, Serge Brignoni, Gérard Vulliamy, Kurt Seligmann e Meret Oppenheim rappresentanti del movimento parigino. Si passa poi ai portavoce della nuova arte in Svizzera, come ad esempio Otto Abt, Max von Moos, Walter Johannes Moeschlin, Werner Schaad, Otto Tschumi e Walter Kurt Wiemken.
La Svizzera
La mostra è l’occasione ideale per prendere coscienza dello sviluppo delle idee surrealiste in Svizzera. Proprio il legame tra gli artisti svizzeri a Parigi e quelli attivi in patria favorisce la diffusione e la creazione di gruppi progressisti. Si tratta del Gruppe 33, del quale erano membri, tra gli altri, Otto Abt, Walter Bodmer, Walter Kurt Wiemken e Meret Oppenheim. Non manca il gruppo Allianz. Vereinigung moderner Schweizer Künstler (1937), al quale aderirono anche Ernst Maass, Leo Leuppi e Hans Erni.