Celentano e Al Bano sono entrambi tornati in TV durante questa settimana che si sta per concludere.
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Due leoni del palcoscenico, cantanti ma anche personaggi, sono stati protagonisti di due show esordienti molto diversi tra di loro.
In ballo c’era sicuramente lo share e le golosità che ispirano ascolti molto alti. Eppure non è solo questo. In gioco c’è soprattutto il tema della fama e della popolarità e di come è meglio affrontarla quando l’età anagrafica avanza. Perché è difficile fare di più ed essere credibili dopo una carriera costellata di successi. Di fronte a questo gradino i due leoni hanno messo su operazioni molto differenti.
Vediamo chi ci è piaciuto e chi no.
Celentano e Al Bano: l’operazione nostalgia è riuscita?
Adriano ha risposto con uno show più spostato sul passato e sul virtuale invece che sul presente e sull’analogico. Metà show dal vivo, metà serie TV, ha raccontato la figura di Celentano rifugiandosi nella distopia della fiction animata e immaginaria. Adrian ha raccontato nella prima puntata un alter ego che non soffre gli anni che passano e che così facendo permette alla figura in carne e ossa di non esporsi sul palcoscenico.
Al Bano: uno show senza troppi fronzoli
Al Bano invece è stato protagonista di uno show più tradizionale. Sul palco di 55 passi nel sole è andata in onda la sua storia personale e pubblica senza fronzoli, senza travestimenti. Un po’ un format ‘Al Bano, patria e famiglia’, vista la presenza nel programma di Romina Power e delle due figlie nate dalla loro unione.
A noi ha convinto più l’understatement conservatore del cantante pugliese piuttosto che la sperimentazione retorica e autocelebrativa di Celentano.
Adrian ha inoltre raccolto molte polemiche da parte del pubblico
Adrian e le polemiche: risponde Rosita
“Mio padre è soddisfatto, non è dispiaciuto. Non è ancora il momento di fare un bilancio perché questo progetto è agli inizi, mancano ancora diverse settimane… Solo una cosa è certa: con “Adrian” Celentano è diventato immortale».
«Con queste parole Rosita Celentano, un’intervista esclusiva rilasciata al settimanale Spy in edicola da venerdì 25 gennaio, ha commentato i risultati di “Adrian” su Canale 5.
«Credo sia abbastanza irrilevante andare alla ricerca dei perché. Io credo che un artista genuino e coraggioso come mio padre faccia bene a fare quello che il suo istinto gli detta», dice a Spy. «I fan hanno già capito, semmai non lo capirà la piccola fetta dei non fan, i quali non vedono l’ora di attaccarlo per avere un momento di gloria. E comunque non è obbligatorio capire subito tutto nella vita…ognuno ha i suoi tempi».
Rosita difende anche la scelta di Canale 5 di mandare il cartone-evento in prima serata. «Anche Mediaset ha avuto un bel coraggio a sposare questo progetto. A volte è positivo sperimentare e non farsi soltanto condizionare dai punti Auditel. Va bene fare cose leggere che raccolgono una larga fetta di pubblico, ma è anche bello e giusto rischiare e proporre qualcosa che viene visto come una estrema novità. Sono le cose spesso credute “impopolari” che ci permettono di riflettere e crescere. Con mio padre si diventa spettatori “attivi” invece che passivi di fronte a programmi trash. Non mi vengono in mente altri programmi che dopo la messa in onda coinvolgano così tanta gente a parlarne».