Gli italiani sempre più attratti dalla ricerca del risparmio. Colpa della crisi? In gran parte è così, ma molto si deve anche al processo di trasformazione dei consumi e delle modalità di acquisto. Oltre ai beni, anche i servizi finiscono ora nel paniere di coloro che utilizzano regolarmente l’e-commerce. E colgono le occasione dell’ampia offerta disponibile in rete. Dalla telefonia alla fornitura di energia elettrica e gas, dalla pay tv ai conti correnti bancari e alle polizze assicurative. Internet, anche in questo senso, è al centro di una grande rivoluzione socio economica. Che nel 2018, secondo una ricerca condotta da mUp Research per conto di facile.it, ha prodotto un risparmio medio di 620 €.
Nella rete del risparmio
Ma esiste realmente la possibilità di portarsi a casa l’equivalente di ciò che vale come mezzo stipendio o forse più? Orientarsi nella giungla delle opportunità della rete non è semplice, ma lavorandoci un pò si possono ottenere buoni risultati. E se nel settore della telefonia mobile e fissa cambiare operatore è ormai consuetudine, sorprende analizzare i dati relativi al settore bancario. Un italiano su quattro dichiara di essere titolare di più conti correnti e il 46.3% ne ha sottoscritto uno online. I motivi? Di opportunità e di risparmio per il 26% degli intervistati da MuP Research. L’attenzione ai costi di gestione è il vero motore della migrazione, la leva da spostare per ottenere un congruo risparmio annuale.
Hi tech e non solo. Come si risparmia su consigli.it
Anche nel settore della telefonia mobile – quello dove si registra il più alto tasso di migrazioni – si cambia operatore per ottimizzare i prezzi. Che sono troppo alti secondo l’88% del campione intervistato. Meno incisive le migrazioni dovute al traffico disponibile ritenuto non sufficiente (23%). O alle politiche commerciali della compagnia (18%). E’ una questione di prezzo anche il motivo che spinge il 20% dei clienti della RC auto a cambiare. Una valida opzione per l’86% degli intervistati. Mentre non è solo una questione di prezzo (51%), ma anche di qualità dei servizi offerti (45%), che induce il 20 % degli abbonati alla pay tv a cambiare canale. Definitivamente.