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Millennials tech, in cerca di una identità

Millennials tech: controllano i dispositivi più spesso, si identificano maggiormente con i propri sé digitali e si affidano ai dispositivi mobili

Millennials tech
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Millennials tech, un rapporto consolidato. Uno su due, senza smartphone, dichiara di avere l’ansia. Il 37% considera il valore della propria identità online “molto alto”. Il 14% lo considera “altissimo. A far luce sul fenomeno un’indagine di Acronis, leader mondiale nel campo della protezione informatica.

Millennials tech, la generazione dell’identità tecnologica

Chi sono i millennial? Dal punto di vista demografico, costituiscono la generazione con la più ampia forza lavoro. Ma anche i partecipanti più attivi all’imperante gig economy, l’economia dei lavori trovati tramite le piattaforme per freelance. In sostanza, si tratta della fascia di popolazione più tecnologicamente connessa della storia. Molte fonti deridono la loro tendenza a essere sempre online. Ma sono poche quelle che approfondiscono il perché di questa costante connessione, e ancora meno quelle che valutano il modo in cui, in concreto, i millennial si connettono ai propri dispositivi e dati.

Millennials tech, l’indagine di Acronis

Le tecnologie più recenti hanno trasformato le modalità di interazione tra le persone e il mondo in cui vivono. Prima generazione di nativi digitali, i millennial sono quelli ad aver reagito con più prontezza a questi cambiamenti.

Ad esempio, sebbene oggi la maggior parte degli adulti possieda uno smartphone, i millennial sono in testa per quanto riguarda l’adozione di smartphone e social media. Scattano in media 900 foto l’anno e le condividono sulle piattaforme sociali più diffuse, come Instagram (52%) e Snapchat (47%). Al di là di questi dati, però, per molti di loro dispositivi e piattaforme non sono solo un modo per socializzare e fare selfie, ma rappresentano la propria identità a 360 gradi…. e temere di perderla

Dalle risposte fornite al questionario di Acronis emerge che il 37% dei millennial ritiene che il valore della propria identità online sia “molto alto”, mentre il 14% afferma che le identità online “siano tutta la loro vita”. Sin dall’avvento dei social media e della gig economy, la connessione digitale è alla base della partecipazione alla vita sociale, professionale e civica dei millennial.

Questa dipendenza emerge prepotentemente quando il 75% di coloro che hanno perso il proprio dispositivo e i dati in esso contenuti riferisce di essersi sentito sconvolto (19%) o turbato (56%).

Millennials tech, un rapporto di attaccamento

Gli esperti non sono sorpresi da questo attaccamento emotivo a dispositivi e dati. “I dispositivi digitali sono importanti per tutti, ma per i millennial, in quanto prima generazione cresciuta nell’era digitale, lo sono molto di più”, affermaSonya Veytsman, terapeuta e assistente sociale a New York. “Man mano che invecchiano, i loro ricordi, foto e dati si accumulano sui dispositivi, ai quali non deve accadere nulla. In caso contrario, l’impatto viene avvertito tanto a livello mentale quanto sia fisico. Se il telefono va perduto in un incendio, o i dati online, il sentimento legato alla perdita è intenso anche se si riceve un indennizzo per acquistare un nuovo dispositivo.”

I millenial usano queste tecnologie per raccontarsi agli altri e per interagire con ogni aspetto della propria vita. Sono un archivio per i contatti sociali ma, con l’espansione delle piattaforme per freelance, anche per la vita professionale. Per questo la perdita dei dispositivi e dell’identità digitale che essi contengono può lasciare sconcertati.

Millennials tech, non è una dipendenza da display

Siamo in presenza di una reale dipendenza dai display? Non proprio. Quasi un terzo (32%) degli intervistati ha confermato di controllare il telefono più di 31 volte al giorno. Il restante 68% lo attiva soltanto da una a tre volte l’ora. Un dato che non appare completamente irragionevole.

L’indagine rivela inoltre che tra i millennial l’attaccamento al proprio dispositivo è distribuito in modo uniforme: il 51% dice di non essere ansioso quando non ha con sé il telefono, mentre il 49% afferma di essere ansioso (23%) o a volte ansioso (26%).

Dietro queste risposte c’è probabilmente la fiducia intrinseca riposta nella sicurezza offerta dalle tecnologie, il che può però implicare la mancata adozione delle necessarie misure di protezione delle proprie informazioni.

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