In Italia si parla tanto di cibo ma si cucina sempre meno per mancanza di tempo. E si tende a mangiare sempre più in fretta. Per questo motivo i ristoranti hanno un ruolo fondamentale nella salvaguardia della cucina e della convivialità. Gli italiani tendono a mangiare “alla giornata”, infatti 3 su 4 preparano i pasti giorno per giorno. A pranzo si cucina sempre meno, solo 1 italiano su 3 si dedica a questa attività tutti i giorni. Mentre per la cena, tra fornelli domestici ed estranei, si sale ad una percentuale del 53%.
Questi i dati diffusi in occasione dell’Assemblea Nazionale Fipe 2018, che quest’anno ha indagato il rapporto tra cucina e italiani. Secondo questo, i nostri connazionali hanno poco tempo non solo per cucinare ma anche per mangiare. In media meno di mezz’ora al giorno viene dedicata al consumo dei pasti. Il ristorante viene vissuto principalmente come luogo dove rilassarsi (per il 38,6%). E il 62,5% di chi pranza o cena fuori dalle mura domestiche si gode il pasto più di quanto non riesca a farlo a casa.
I minuti sono contati anche per le provviste settimanali. Il 48,6% di coloro che fanno la spesa, da soli o in compagnia, dedica agli acquisti da una a due ore alla settimana. Il 50,1% preferisce effettuare spese di piccola entità, acquistando pochi prodotti alla volta, giorno per giorno.
Italiani e fornelli: l’importanza della tradizione e delle etichette
Il legame con le tradizioni culinarie per gli italiani è sempre forte. Il 75% tramanda di generazione in generazione i piatti tipici di famiglia e per il 98% si tratta di ricette che “scaldano il cuore” evocando ricordi ed emozioni. Il 46,1% dichiara di “porre maggiore attenzione alle ricette che prepara” o agli ingredienti che utilizza quando cucina per i propri figli.
Al di là della bontà, della provenienza o della notorietà di un marchio, la prima caratteristica che gli italiani cercano in un alimento è che sia salutare. Il 46,1% sarebbe disposto a pagare un prezzo del dieci per cento superiore alla media per acquistare un prodotto sicuro. Ben il 71,8% degli italiani durante la scelta del piatto da consumare si informa sulla qualità e la provenienza.
Sono meno della metà (il 41,6%) le persone che acquistano o consumano alimenti per motivazioni etiche o sociali. In ogni caso la tipologia di prodotti biologici, a chilometro zero e rispettosi dell’ambiente è al primo posto (53,9%) nelle scelte di acquisto. Solo al terzo posto si pone la scelta di alimenti “made in Italy”, ritenuta prioritaria dal 42,4% degli intervistati. Non manca tuttavia chi sceglie in base al prezzo. Il 45,6% ha dichiarato di avere scelto un prodotto alimentare piuttosto di un altro sulla base di questo criterio.
La tradizione viene premiata
Venendo al legame di tipo “culturale” che gli italiani hanno nei confronti del cibo la tradizione batte l’innovazione uno a zero. Il 64,4% del campione si definisce “conservatore” nella propria relazione con il cibo. Mentre solo il 35,6% è orientato alla sperimentazione. In ogni caso per il 95% degli italiani il cibo è uno dei veicoli che fanno emergere e aiutano a tramandare le tradizioni di un popolo. Ad esempio il pranzo della domenica ha un valore simbolico nell’immaginario collettivo. E il ristorante è un importante strumento di salvaguardia dell’identità culturale e alimentare del nostro popolo per l’83,5% degli intervistati.
Entrando nello specifico dei dati, il 56,1% di coloro che hanno viaggiato all’estero ha preferito provare i fornelli locali, pur sentendo la mancanza di alcuni piatti tipici italiani, in prevalenza la pasta e la pizza. Il 63,3% degli intervistati ha provato un ristorante etnico. Mentre solo il 26,3% ha provato anche la cosiddetta “cucina innovativa”. Ben il 66,4% si riunisce durante i giorni festivi con parenti e amici per pranzare o cenare. Magari per rievocare piacevoli momenti o vivere emozioni.