L’autodifesa personale e in particolare il krav maga, mi hanno fatto sentire per qualche ora come Viola Davis in Widows. Il nuovo film di Steve McQueen in uscita il 15 novembre, dove l’attrice interpreta una donna il cui marito, noto criminale, improvvisamente scompare in un colpo grosso andato a finire male.
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Il personaggio di Viola Davis, insieme ad un altro gruppo di donne, dovrà improvvisamente dimostrare la propria autonomia. Dovrà dimostrare la propria forza di fronte ad una minaccia incombente per la loro sopravvivenza. Dovrà passare dall’essere ‘moglie di’ a semplicemente ‘Veronica’.
Ora, il paragone con la Davis non regge perché anche io ho vinto ovviamente un Oscar, purtroppo, ma perché in occasione dell’uscita del film, 20th Century Fox ha organizzato un training camp di krav maga destinato a un gruppo di giornaliste. Il camp è stato guidato da Donatella Vecchi e Daniele Stazi di Krav Maga Roma. Lo scopo? Immergersi in un’atmosfera simulata in cui le donne imparano a difendersi riappropriandosi di una caratteristica che di solito è attribuita più al maschile: ovvero la forza fisica.
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Autodifesa personale: due ore per sentirsi in pericolo ma anche per imparare a rispondere
La prima regola del krav maga, così ho imparato – un sistema pratico e tattico che insegna a prevenire e trattare qualunque tipo di aggressione fisica – nato a Budapest ma sviluppato in Israele dal suo papà, Imi Lichtenfeld, è che si pronuncia krav magà.
Le regole del krav maga
La seconda regola è che il krav maga potenzia, sviluppa e struttura quello che ogni essere umano ha in sé: l’istinto alla difesa. Avete presente quella sensazione di quando non dovete pensare a come e se fare la cosa giusta perché la state già facendo? Ecco quello si chiama istinto e il krav maga parte proprio da lì. Dal sviluppare qualcosa di innato e di perfettamente naturale che in condizioni di forte stress, un’aggressione, può in qualche modo rischiare di essere congelato: ‘frozen’. Oppure gestito in maniera del tutto controproducente per l’integrità della persona. La terza regola del krav maga, almeno a questo livello di insegnamento di base, è che lo scopo non è fare l’eroina e prenderci gusto con la violenza.
Krav maga e autodifesa: cosa abbiamo imparato
L’obiettivo dell’autodifesa personale non è rimanere lì a combattere una volta elaborata una risposta efficace all’aggressione; ma difendersi e appena possibile. Quindi scappare. Insomma al di là della cornice ludica del camp, si è parlato anche solo in forma simulata, di temi non sempre facili da affrontare come la paura di un’aggressione in strada, al parco e come di conseguenza, imparare a reagire.
Cosa c’entra tutto questo con Widows? Nel film le protagoniste si trovano improvvisamente a fare a meno della protezione criminale dei loro rispettivi mariti e compagni. Devono imparare a sopravvivere. Devono fare quello che in maniera tecnica si chiama empowerment. Devono imparare a difendersi. E tra realtà e finzione, si può aspettare che il mondo diventi più accogliente per le donne. Oppure nel frattempo imparare ad organizzarsi sul piano fisico ed emotivo per rispondere con efficacia. Non è affatto superfluo.