L’emergenza rifiuti è un problema che, quotidianamente, affolla le prime pagine dei giornali. Urge un cambiamento. Ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa a vantaggio dell’ambiente. Basterebbe, ad esempio, responsabilizzarsi facendo tesoro dei rifiuti urbani e trasformarli da problema a risorsa. Ebbene sì, questa è la missione portata avanti da Eco.Energia, società che si occupa della raccolta di rifiuti “speciali non pericolosi” e, dallo scorso giugno, ha aderito al Consorzio RenOils. Nel 2018, attraverso il progetto Olly, si è posta l’obiettivo di raccogliere l’ olio esausto, di origine vegetale, proveniente da utenze domestiche e commerciali.
Olio esausto: come riciclarlo
Smaltire l’olio esausto non significa, semplicemente, buttarlo nel lavandino. Se disperso nell’ambiente, infatti, può causare gravi danni al sottosuolo, alle reti fognarie e alle falde acquifere. Agire in modo irresponsabile ha il suo peso, tanto a livello ambientale quanto economico. Basti pensare che 1 kg di olio vegetale è sufficiente a coprire circa 1.000 metri quadrati di qualsiasi specchio d’acqua.
Le circa 280.000 tonnellate di oli esausti da cucina prodotte ogni anno in Italia, potrebbero invece trasformarsi in biocarburante, con una riduzione del 70% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, nella cogenerazione, con lo sfruttamento dell’energia termica prodotta dal sistema, o nella produzione di bioasfalto. La speranza è quella di raggiungere 800 tonnellate di olio raccolto a fine 2018 (+23% sul 2017).
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A rendere possibile questa piccola rivoluzione green è la presenza di vari Punti di Raccolta automatici, detti ‘casine’, dislocati su tutto il territorio nazionale (oltre 80 Comuni su 6 regioni). Come funzionano? Il servizio, del tutto gratuito, invita i cittadini a richiedere la Olly Card (tessera nominativa). O, in alternativa, basta avvalersi della tessera sanitaria.
Quando i rifiuti diventano una risorsa
Dopo aver ritirato un bidoncino da 3 litri, e riempito con tutti quegli oli esausti (frittura e cottura dei cibi, oli da conserve, oli rancidi o scaduti) basta lasciarlo in uno dei centri di raccolta. E prenderne uno vuoto. Il personale addetto provvederà poi allo svuotamento e al reintegro.
Provvedimenti del genere, dunque, potrebbero portare a un significativo risparmio in termini economici ed energetici. Ebbene sì, rappresenterebbero un bel passo avanti nella lotta ai cambiamenti climatici.