I vecchi dominatori della terra, invadono la città di Milano con Dinosaur Invasion una grande esposizione visitabile fino al prossimo 3 febbraio. Allestita in un parco giurassico a grandezza naturale, la mostra, offre un’esperienza unica e dinamica di grande impatto. Una sorta di indimenticabile viaggio a ritroso nel tempo, insomma che riporta lo spettatore a 250 milioni di anni fa. Dall’era Mesozoica passando per il periodo Triassico e dal Giurassico al Cretaceo la nostra terra era dominata dai dinosauri. Ricordiamo che il termine dinosauro fu coniato nel 1842 dal paleontologo inglese Richard Owen dal greco “deinòs”, terribile e “sàuros”, lucertola.
Dinosaur Invasion: il percorso
Nel percorso espositivo si ritagliano il loro spazio oltre 30 grandi e fedeli riproduzioni dei dinosauri. Gli antichi dominatori della terra possono, inoltre, essere osservati nel proprio ambiente, ricreato con cura in 17 isole interamente scenografate. Grazie poi alla tecnologia degli “animatronics” ovvero dei sistemi tecnologici e robotici, i dinosauri muovono corpo, lingua, bocca, occhi, coda, ali e artigli. Il visitatore sarà quindi immerso in una “giungla” di piante artificiali, effetti speciali e luminosi. Tutte le creature sono state progettate e costruite sulla base delle indicazioni di un team di paleontologi professionisti. Così è stato possibile riprodurre i dinosauri a grandezza naturale con la massima precisione. E questo vale non solo per l’aspetto, ma anche per i movimenti, del tutto fedeli al loro comportamento in natura.
Perchè andare
La mostra non tralascia gli importanti aspetti scientifici ed educativi grazie a degli approfondimenti sull’evoluzione. La visita della durata di circa un’ora, offre la possibilità di utilizzare anche delle audio/video guide interattive con le narrazioni del Prof. Alessandro Cecchi Paone. Lo scopo è quello di scoprire al meglio questi animali meravigliosi e misteriosi. In mostra i dinosauri più conosciuti come il Tyrannosaurus Rex lungo ben 12 metri e alto 9 metri. Non mancano però quelli meno conosciuti, ma fondamentali per capire la loro evoluzione e i motivi dell’estinzione.