Rovazzi con Al Bano nel video di Faccio quello che voglio che usa l’iconico cantato del cantante pugliese e la sua potenza vocale per fabbricare una sicura hit universale. Questo non è l’unico esempio di come la musica non conosca l’odio generazionale.
LEGGI ANCHE: CUFFIE WIRELESS, I MIGLIORI MODELLI PER ASCOLTARE LA MUSICA
Mentre fuori, nella società reale, padri e figli litigano per i diritti contrapposti, per chi ha ora le colpe di essersi mangiato il patto sociale e chi no, tra le note tutto è possibile. Persino una riconciliazione. Tanto che giovani e ‘vecchi’ si tendono la mano. E le icone di ieri si prestano a rinnovare la propria immagine seguendo il gusto per la modernità dei semi-esordienti.
Rovazzi con Al Bano, Bertè con Boomdabash, la musica non conosce l’odio
Al Bano non è l’unico a essersi prestato al gioco. Prima di lui Rovazzi ha collaborato con Gianni Morandi, un altro totem della musica. Inoltre, questa estate, Loredan Bertè è stata in top alle classifiche musicali con Non ti dico no insieme al gruppo dancehall Boomdabash. Anche qui un esempio di musica che sa rinnovarsi senza rinnegare il proprio passato. Un simbolo di come gli eredi della musica sappiano salire sulle spalle dei giganti senza tentare di affossarli. Insomma una tendenza che ci sembrava importante sottolineare. Perché tra le due generazioni c’è grande simpatia.
Infatti se parliamo di odio e di competizione, forse la troviamo più tra coetanei che tra artisti di diverse generazioni. Molto noto è infatti il litigio che è avvenuto tra Rovazzi e Fedez, che non sono più amici. E altrettanto doloroso sembra essere stato il divorzio tra J-Ax e Fedez che non appaiono più colleghi e amici in nessun scatto social o occasione mondana. Questo un po’ ci dispiace perché veder litigare qualcuno con il quale fino a poco tempo prima si erano attivate sinergie artistiche e non solo, è uno schiaffo alla collaborazione musicale che pesa. Antipatici dunque; e cercate di fare pace. I ‘padri’ su questo, insegnano.