Il tema non è nuovo, ma la problematica deve essere indirizzata al mittente giusto se si vuole trovare una soluzione continuativa. Parliamo della tecnologia e dell’influenza che ha sulla qualità del sonno, specialmente per quanto riguarda i bambini e i ragazzi. Diversi studi oramai hanno comprovato che la luce blu dei device elettronici ‘accende’ il cervello e innesca meccanismi per cui il sonno non sopraggiunge, e non è nemmeno ristoratore. Insomma, il collegamento tra device ed insonnia è ufficialmente stato stabilito. Ma se vogliamo che i ragazzi si stacchino da smartphone, iPad e computer prima di dormire, gli adulti devono dare l’esempio.
Niente device prima di dormire
Il consiglio proviene dai media britannici che riportano un discorso tenuto da Ian Bauckan, ex insegnante attualmente consigliere ministeriale per quanto riguarda tematiche relative all’educazione e alla formazione dei giovanissimi. Secondo l’esperto, i device elettronici vanno rigorosamente spenti 2 ore prima di coricarsi. Ma non basta imporre ai bambini di premere il pulsante off: occorre che i genitori diano l’esempio. I bambini devono crescere vedendo che anche i grandi di casa posano smartphone e iPad già nelle prime ore della sera. E non lo usano nemmeno durante i pasti. Insomma, oltre alla necessità di regolamentare l’uso della tecnologia, i genitori devono dare il buon esempio se vogliono ridurre la dipendenza dei figli da computer e simili. Inoltre, aggiunge, in camera da letto non dovrebbe esserci internet, e possibilmente nemmeno gli smartphone.
Cosa succede
Il sonno è fondamentale per il benessere, e lo è in particolare per i ragazzi in età scolare. Secondo la National Sleep Foundation, ente che si occupa delle problematiche legate al sonno, il 90% delle persone oggi usa i device tecnologici fino al momento stesso di dormire. Senza rendersi conto che in questo modo stanno fortemente inficiando la capacità di addormentarsi. La tecnologia ritarda i cicli del ritmo circadiano, scompensando la regolare produzione di melatonina (l’ormone che induce il sonno).
In particolare, è la luce blu dei device la responsabile. Non solo il cervello si ‘accende’ quando invece dovrebbe cominciare a ‘spegnersi’. Quando si ritarda il momento dell’addormentarsi si ritarda anche quello della fase REM, riducendo il momento del sonno più profondo. Ma la mattina la sveglia suona sempre alla stessa ora, ecco che si sono sacrificate ore importantissime di sonno. E’ come vivere un costante mini-jet-lag. Dunque, concorda l’associazione, è importante avere un ‘coprifuoco’ serale, oltre il quale la tecnologia non è ammessa. Due ore prima di dormire sarebbe l’ideale, ma anche una o mezz’ora possono fare la differenza. Leggere un libro è invece un’ottima attività da fare prima di andare a letto. Con una luce soft che permetta al corpo di rilassarsi e lasciarsi andare nel sonno più ristoratore.
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