Per anni è stata considerata la miglior camomilla tecnologica di sempre. Parliamo della televisione, che sembra conciliare il sonno. Almeno in molti casi. Ma è davvero lei la causa (alcuni programmi a parte)? Non basterebbe buttarsi sul divano, a fine giornata, stanchi per le corse e per gli impegni quotidiani, per crollare? Detto questo, gli scienziati consigliano comunque di evitare questo brusio di sottofondo. Il cosiddetto rumore bianco, insomma. Perché potrebbe danneggiare il cervello. Ma, ad essere additato, anche il phon. Ma perché?
Gli scienziati hanno scoperto che il rumore, anche quando non rumoroso, accelera il processo di invecchiamento del cervello abbattendo alcuni messaggeri chimici. L’autrice dello studio, Mouna Attarha, dell’Università dello Iowa, ha così dichiarato: “Prove sempre più evidenti mostrano che il cervello lavora in modo negativo quando viene alimentato con informazioni casuali, come il rumore bianco”.
Il rumore bianco, come quello della tv e del phon, invecchia il nostro cervello
E pensare che il rumore bianco è spesso raccomandato ai pazienti con acufene, un particolare tipo di disturbo uditivo, per coprire il suono incessante che percepiscono. Si pensa che l’acufene si verifichi a causa della incapacità del cervello di filtrare i diversi suoni raccolti dalle loro orecchie. Tale condizione può anche verificarsi a causa del fatto che il cervello dei pazienti impiega più tempo a interpretare i diversi stimoli raccolti dalle loro orecchie. Tutto ciò a causa di alcuni malfunzionamenti interni.
Ebbene, dopo aver esaminato il comportamento sugli animali, gli scienziati ritengono che questi stessi effetti possano verificarsi quando un essere umano è esposto a rumore bianco. Anche se lo stesso è considerato sicuro dai principali enti scientifici internazionali. Pertanto, concludono, sia il rumore bianco che l’acufene accelerano il processo di invecchiamento del cervello. E, se sulla seconda condizione c’è poco da fare, il rumore bianco potrebbe essere evitato. Tuttavia, un respiro di sollievo, gli effetti sull’uomo non sono ancora stati studiati. Almeno per ora. Ma staremo a vedere.