Poteva essere amore, invece… ha sbagliato approccio. Chissà quante coppie sarebbero potute nascere se si fossero relazionati nel giusto modo. Per venirvi incontro, abbiamo raccolto alcune delle scoperte più interessanti sull’arte del flirtare. Così da migliorarci. Sia quando ci approcciamo noi, sia quando siamo le “vittime”. Tutte le osservazioni, c’è da sottolinearlo, sono state fatte da team di ricercatori, quindi sono altamente credibili.
Si flirta per sei motivi
Innanzitutto sappiate che, secondo il professor David Dryden Henningsen della Northern Illinois University, le persone flirtano per sei diverse ragioni: sesso, per andare a letto con qualcuno/a; divertimento, come attività fine a se stessa; esplorazione, per capire come potrebbe essere in una relazione; relazionale, per aumentare l’intimità di una relazione; stima, per accrescere il nostro autocompiacimento; strumentale, per ottenere qualcosa dall’altro. In questo studio, Henningsen ha chiesto a 101 donne e 99 studenti maschi di scrivere un’ipotetica conversazione tra un uomo e una donna. Si è scoperto quindi che gli uomini avevano una maggiore motivazione sessuale. E che per le donne prevaleva la spinta relazionale.
Anche le coppie devono flirtare
Non è una prerogativa solo dei single. Anche le coppie, infatti, devono flirtare. Anzi, non devono mai smettere. Uno studio del 2012, firmato dal ricercatore dell’Università del Kentucky Brandi Frisby, ha osservato 164 persone sposate. Notando che la maggior parte di questi flirta, sussurrando parole o toccandosi, per mantenere ed enfatizzare l’intimità.
Primo approccio: alcuni chiacchierano meglio di altri
Per uno studio dello psicologo dell’Università dell’Alaska Chris L. Kleinke, pubblicato sulla rivista Sex Roles, è stato chiesto a 600 persone di valutare l’efficacia di tre varietà di linee di apertura in fase di flirt. Ci sono le linee “Pick-up”, come “Devi essere un bibliotecario, perché vedo come stai controllando”. O possono esserci delle domande aperte e innocue, come “Che ne pensi di questa band?” o “Per quale squadra fai il tifo?”. O ancora approcci diretti come “Sei carino/a, posso offrirti da bere?”. Ebbene, se gli uomini preferiscono l’approccio più diretto, le donne erano più propense nel ricevere le domande innocue.
Le persone si sentono più connesse quando si fanno domande più intime
Secondo uno studio del 1997, ampiamente citato dallo psicologo Arthur Aron della State University of New York, le persone si sentono più strettamente legate quando si fanno a vicenda domande intime. Come “Che ruolo ha l’amore nella tua vita?” e “Su cosa non occorre mai scherzare?”.
Gli uomini sopravvalutano l’interesse delle donne
Diversi studi supportano l’idea che gli uomini tendono a sovrastimare l’interesse sessuale dalle donne. E che queste ultime tendono a sottovalutare quello degli uomini. In altre parole, gli uomini tendono a pensare che le donne siano innamorate quando non lo sono. E le donne tendono a non notare quando gli uomini lo sono. A giungere a queste conclusioni gli psicologi dell’Università del Texas Martie G. Haselton e David M. Buss.
Le caratteristiche più interessanti dipendono dal genere
Secondo uno studio condotto nel 2011 dalla psicologa dell’Università della British Columbia, Jessica Tracy, uomini e donne eterosessuali non hanno un comune background in fatto di espressioni facciali. Dopo aver mostrato 1.041 immagini di diverse espressioni facciali, Tracy ha scoperto diverse cose. Innanzitutto che la felicità era l’espressione femminile più attraente, ma una delle meno attraenti per gli uomini. L’orgoglio era l’espressione maschile più attraente, ma una delle meno attraenti per le donne. Infine che quella di vergogna è una espressione poco attraente. Sia per uomini che per donne.