Non è una novità, ma tant’è. Ecco una nuova ricerca che dimostra come tv e smartphone influenzano la vita di coppia. In realtà gli scienziati dell’Università del Delaware lanciano un vero e proprio allarme, dichiarando che in tutto il mondo c’è “la volontà di sostituire la compagnia umana per quella elettronica”. Di chi (o cosa) è la colpa? Pensate, (anche) di Game of Thrones. Già.

Entriamo nel dettaglio. Le persone che possiedono la tv in casa hanno il 6% in meno di probabilità di fare sesso in una determinata settimana. Si tratta, come dichiarano i ricercatori, di una “stima prudente”. Senza esagerare, insomma. Affermano poi che “la televisione è associata alla morbilità della vita sessuale”. Ma aggiungono, infine, che gli smartphone potrebbero essere “il vero killer della vita sessuale”.

Lo studio, che ha analizzato quasi quattro milioni di persone di 80 diversi paesi, segue una ricerca che ha rilevato una media sessuale di tre volte al mese nel 2010, contro le cinque del 1990. L’autore di questa ricerca, che ha individuato la famosa serie targata HBO “Game of Thrones” come uno dei principali colpevoli, ha spiegato che la TV “finiva alle 22.30”. E le coppie non avevano nient’altro da fare. E quindi… Ci siamo capiti.

Le serie televisive, come Game of Thrones, hanno reso la serata televisiva ancora più lunga…

Parlando del probabile ruolo degli smartphone, hanno scritto: “Più recentemente, la cultura popolare ha affermato che gli smartphone stanno uccidendo la vita sessuale delle persone. Il nostro campione risiede nei paesi a basso e medio reddito. E sono stati intervistati in gran parte intorno al 2010, prima della diffusa disponibilità di smartphone”.

Un’ultima cosa, di cui spesso si è discusso ultimamente. Si parla spesso, infatti, di come istruzione ed età influenzino questa dipendenza. Invece no. I risultati suggeriscono, infatti, che reddito, età e livello di istruzione non sono variabili da tenere in considerazione e che non influenzano quanto sesso si abbia. I risultati sono stati pubblicati sul National Bureau of Economic Research. Insomma, c’è da rifletterci.