Le giuggiole sono utilizzate nella tradizionale medicina cinese per curare problemi respiratori, alleggerire infiammazioni alla gola, raffreddori, bronchiti. Sono ottimi lassativi, e vengono sfruttate come tonico e nella preparazione di composti calmanti in caso di ansia e agitazione. Consumare le giuggiole è un efficace modo di attivare l’intestino ‘pigro’, di assumere vitamina C e flavonoidi. Si mangiano sia da fresche che essiccate, e in cucina si utilizzano per la preparazione di composte e marmellate, oltre che dolcissimi sciroppi e liquori. Ma il piacevole frutto settembrino, il cui sapore evoca una mela mentre l’estetica va dall’oliva (quando è soda) ai datteri (quando è molto matura, o essiccata), avrebbe anche proprietà che la scienza sta indagando, perché si sarebbero dimostrate addirittura anti-cancro.
Il potere delle giuggiole
Uno studio pubblicato sulla rivista Food & Function (fonte), avrebbe trovato il modo di far ‘suicidare’ le cellule cancerogene. Esponendole ad alcune sostanze estratte dalla giuggiola. In pratica, i componenti del frutto inducono ‘stress’ nelle cellule tumorali, talmente tanto che muoiono. Gli esperimenti svolti hanno preso in considerazione cellule tumorali di polmoni, seno e prostata. Il limite dello studio è tuttavia che gli esperimenti sono avvenuti in laboratorio, non sono stati svolti su pazienti. Ragione per cui non vi è ancora certezza che questo meccanismo agisca anche all’interno del corpo umano. Tuttavia la scoperta indurrà ad approfondire gli studi con ulteriori esperimenti.
Il giuggiolo (Ziziphus jujuba) è una pianta coltivata in Asia e nel bacino mediterraneo da millenni. Alcune fonti testimoniano la sua presenza già 4000 anni fa. I suoi frutti erano molto apprezzati dagli antichi romani, e utilizzati largamente nella medicina tradizionale cinese. Oggi si trova soprattutto nelle zone del nord-est italiano, particolarmente in Veneto, e i frutti si consumano nel mese di settembre. Raramente viene coltivata, la si trova per lo più spontanea, ma da qualche tempo a questa parte i suoi frutti sono acquistabili essiccati, forti dell’aura da ‘supercibo’ che stanno acquisendo.