La passione non c’entra. A volte si tende ad andare oltre. Quando il sesso diventa quasi una mania, la situazione si fa particolarmente complicata. E delicata. Ebbene sì, a quanto pare la dipendenza sessuale rientra nell’elenco dei disturbi mentali. Ad affermarlo è stata l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a seguito dell’aggiornamento dell’International Classification of Diseases (ICD-11) che entrerà in vigore, ufficialmente, nel 2022.
Quando la dipendenza sessuale diventa una malattia
Stando a quanto riporta il Business Insider questo attegiamento compulsivo sarebbe caratterizzato dall’incapacità di controllare gli impulsi sessuali intensi. Ciò andrebbe a compromettere, in maniera non indifferente, la gestione della vita quotidiana. Per certi soggetti infatti l’attività sessuale diventa un punto centrale della propria vita, una priorità. Si arriva addirittura al punto di trascurare tanto gli affetti personali quanto la salute, gli interessi e ogni tipo di attività.
Sesso, una priorità
Per essere diagnosticato come tale il disturbo, che porta a maturare un’irrefrenabile e ossessiva necessità di avere rapporti fisici, si deve manifestare per un periodo di tempo superiore ai sei mesi.
Non tutti però la vedono alla stessa maniera, molti esperti infatti non hanno nascosto il loro scetticismo. Secondo l’American Association of Sexuality Educators, Counselors e Therapists, ad esempio, non ci sarebbero prove empiriche sufficienti per supportare la classificazione della dipendenza dal sesso come un disturbo mentale.
Christian Lindmeier, funzionario addetto alle comunicazioni dell’OMS, ha dichiarato al Business Insider che l’inclusione dei disturbi sessuali compulsivi nell’ICD-11 ha lo scopo di aiutare le persone a risolvere i propri problemi sessuali.
La terapia
Al fine di trattare questo disturbo, è necessario intraprendere un percorso di recupero simile a quello che interessa gli alcolisti anonimi. La dipendenza sessuale, infatti, viene affrontata tanto con terapie individuali quanto con incontri di gruppo. Alcuni programmi prescrivono inoltre ai pazienti antidepressivi, stabilizzatori dell’umore. Ma anche farmaci anti-androgeni che riducono gli stimoli sessuali.