La casa per gli italiani è un luogo sacro che pur rimanendo tale cambia profondamente nella fisionomia a partire da questi ultimi anni. Infatti la casa rimane un luogo privato, personale ma che si tende sempre di più a trasformare e a condividere. A parlare della trasformazione della casa è una ricerca di Immobiliare.it. L’indagine ha mostrato la voglia degli italiani di aprire la propria casa a ospiti ed esperienze diverse.
La casa per gli italiani: com’è cambiata?
Secondo un’indagine di Immobiliare.it, il 68,5% degli italiani infatti si dice pronto ad aprire le porte della sua abitazione. Il motivo? Per il 61,5% risiede nella possibilità di trasformare il proprio luogo del cuore in una fonte secondaria di guadagno.
Come si legge nel comunicato stampa dell’indagine:
‘La sharing economy offre diverse occasioni per la condivisione del proprio nido. Ma quella più popolare (indicata dal 18,9% degli oltre 5.000 rispondenti all’indagine) è il couch surfing. Ossia l’offerta del proprio divano – o di una stanza – a turisti di passaggio. Con il 18,3% delle risposte, ci sono gli show di cucina, che gli italiani ospiterebbero volentieri in casa aprendo le porte ad altri “spettatori”.
La casa degli italiani: spazio alla musica
Molto gettonato il trend dei secret concerts, esibizioni musicali riservatissime da ascoltare comodamente seduti a terra o sul divano di una casa: a livello nazionale li ospiterebbe il 17,8% dei rispondenti, mentre al Sud questa percentuale si allarga a una persona su cinque. Con circa il 15%
delle preferenze si trovano infine pranzi e cene da organizzare in casa e presentazioni di libri. Se il guadagno è il motivo principale del voler trasformare le proprie stanze in luoghi di aggregazione, oltre una persona su cinque (21,8%) lo farebbe per condividere le sue passioni, come musica, cucina o arte, nel luogo che ama di più. Il 16,8% aprirebbe le porte di casa per fare conoscenze, motivazione più diffusa tra chi vive al Nord, dove il desiderio di espandere la propria rete di amicizie è stato scelto dal 20% dei rispondenti.
L’abitazione quindi da spazio privato per antonomasia diventa spazio pubblico, ma questo è vero per tutte le stanze? Qui i rispondenti si sono divisi, sebbene prevalga l’idea di voler mantenere almeno una parte della casa off limits (57,9%). Quasi il 74% di chi vorrebbe mantenere chiusa una
stanza ha indicato la camera da letto, seguita dal 18,8% delle risposte relative alla cameretta dei figli.
Porte aperte invece per bagni e cucine, dove la percentuale di chi non li condividerebbe mai con degli sconosciuti non ha nemmeno superato il 5%.
L’indagine ha chiesto a chi ha già messo a disposizione casa sua per eventi pubblici se questo ha rappresentato motivo di litigi e disguidi con i vicini. Per oltre il 90% non sono occorse lamentele o intoppi.’.