A Palazzo Cucchiari di Carrara sede della Fondazione Giorgio Conti, è possibile visitare fino al prossimo 21 ottobre la mostra Colori e forme del lavoro. L’esposizione, curata da Massimo Bertozzi e Ettore Spalletti è dedicata alla rappresentazione del mondo del lavoro nell’arte italiana. Il periodo di riferimento è quello che va dall’Unita d’Italia alla Grande Guerra. Infatti, Il progetto intende verificare come in pittura, il movimento realista e verista italiano nei decenni successivi all’unità politica della Nazione dia campo a un profondo rinnovamento tematico e formale. Così senza perdere di vista lo sfondo sociale e le trasformazioni culturali si definisce l’immagine della “nuova Italia”.
Il mondo del lavoro nell’arte
Nello spazio temporale che intercorre tra l’Unità d’Italia e la Grande Guerra le immagini del popolo diventano indifferentemente motivo di denuncia. Infatti, si originano nuove suggestioni poetiche, in cui la figurazione dell’arte italiana si affolla di gente comune. Poveri, contadini, anziani e lavoratori vengono rappresentati nelle loro differenti espressioni di umiltà, di bisogno, di rivendicazione della propria identità, di affrancamento, di rabbia, di organizzazione, di protesta e di lotta.
Colori e forme del lavoro: il percorso
Il percorso espositivo mette in scena oltre cinquanta opere, di collezioni pubbliche e private italiane. Si spazia dalla pittura Macchiaiola attraverso il Verismo e le suggestioni simboliste fino alle prime avvisaglie delle avanguardie. La mostra è articolata in otto sezioni: il Lavoro Domestico; le Arti Liberali; il Lavoro della Terra; Lavori di Mare e d’acqua dolce; il Commercio; il Lavoro in Officina; il Lavoro in Miniera e nelle Cave; l’Emarginazione Sociale e l’emigrazione.
Le opere in mostra
Nel corso della visita sarà possibile ammirare opere di Fattori, Morbelli, Signorini e anche di Pellizza da Volpedo, presente con un grande disegno preparatorio del “Quarto Stato”. E poi ancora Vincenzo Vela, in mostra con il “Monumento alle Vittime del Lavoro” e un Giacomo Balla pre-futurista. Inoltre, nel percorso è possibile incontrare le “Macchine Sotto Pressione” di Luigi Selvatico e il “Cantiere” di Plinio Nomellini.