Siamo (erroneamente) abituati a pensare che i tessuti tecnici non possano essere ecologici, in quanto derivanti da filati sintetici. Ma così non è: da un lato, le fibre naturali si fanno largo nel mondo del nuoto, dall’altro i filati sintetici vengono riusati e riciclati, creando un circuito virtuoso che parte da qualcosa di inquinante e arriva ad essere sostenibile. I costumi eco sono realtà, e sono tecnicamente eccellenti, oltre che esteticamente intriganti.
I nuovi costumi eco
Oysho crede in un futuro sostenibile, e punta su una moda più eco-consapevole. I capi della collezione Join Life vengono prodotti con materie prime sostenibili. Come il Cotone Organico, proveniente da semi non geneticamente modificati e coltivati con fertilizzanti naturali. O il Tencel, fibra prodotta in un circuito chiuso che riutilizza il 100% dell’acqua che consuma. E che proviene dal legno di boschi gestiti in modo controllato, di cui viene garantita la riforestazione. A partire da questi tessuti, nascono collezioni in Poliestere Riciclato, prodotto a partire da bottiglie di plastica usate. E la nuova linea mare ‘Wear the change’, creata in Poliammide Riciclata, ottenuta a partire da rifiuti come vecchie reti da pesca, moquette o scarti di produzione. Il progetto va anche oltre la materia prima. Logistica più sostenibile, negozi eco-efficienti, imballaggi online in materiale riciclato sono le tappe di un processo eco-efficiente che il marchio ha attivato.
Le reti da pesca riciclate sono la materia prima dei costumi eco delle aziende italiane Carvico SpA e Jersey Lomellina SpA. Tessuti per il bagno realizzati in esclusiva mondiale con il filato 100% riciclato Econyl® (a sua volta riciclabile all’infinito) dai cui sono nati Vita, Revolutional Eco, JL Renew e Style Peach. Tra le novità della primavera le collezioni di Aquarapid e Aquasphere, Volcom. Dal 2016 Carvico e Jersey Lomellina sostengono Healty Seas – a Journey from waste to wear. Associazione non governativa che si occupa di recuperare sui fondali degli oceani le reti da pesca abbandonate, trappole mortali per flora e fauna marina. Facendole entrare in un circolo virtuoso di recupero per dar vita a nuovi prodotti tessili.