Alzi la mano chi, nella propria credenza, non ha una scorta di salsa di pomodoro. Questo condimento è utile per realizzare mille e una ricetta. Si abbina infatti tanto alla pasta quanto alla carne e alle verdure. Al di là del suo utilizzo e del suo gusto, ha anche un’attività benefica. Infatti, secondo una ricerca condotta dall’Universitat Politècnica de València, pubblicata sul Journal of Functional Foods, la salsa di pomodoro cotta favorisce la crescita dei batteri utili all’intestino.
Salsa al pomodoro, un toccasana per l’intestino
Stando a quanto riporta il Daily Mail, gli scienziati hanno scoperto che i pomodori hanno un effetto probiotico migliore nell’intestino quando sono cotti piuttosto che quando sono consumati crudi. Infatti il processo di cottura è in grado di stabilizzare il licopene, un potente antiossidante responsabile anche del colore rosso tipico di questo ortaggio. Dopo la cottura la digestione non altera questo componente che aiuta a proteggere le cellule da fenomeni ossidativi. Incoraggia inoltre la crescita di batteri benefici come il Lactobacillus reuteri, importante per mantenere l’intestino sano. A dichiararlo è stata la ricercatrice Ana Belén Heredia.
Pomodori? Meglio se consumati crudi
Non è una novità che il consumo dei pomodori giovi alla salute. Una ricerca precedente ha affermato che consumarli può essere utile durante il trattamento del cancro allo stomaco. Ne rallenta infatti lo sviluppo. La salsa di pomodoro potrebbe inoltre ridurre il rischio di insorgenza del cancro alla prostata negli uomini. Alcuni ricercatori sostengono che il popolare frutto mediterraneo inibisce la crescita cellulare quando viene mangiato nella sua interezza. La tesi si contrappone dunque a quanto affermato da altri studi che, invece, suggeriscono che sia il solo licopene ad avere effetti benefici anticancro.
Anche la Dott.ssa Daniela Barone, del Centro di Ricerca Oncologica di Mercogliano, lo ha ribadito: “Gli effetti del pomodoro non sembrano essere correlati a componenti specifici, come il licopene, ma suggeriscono piuttosto di considerare il pomodoro nella sua interezza.”