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Allarme pesticidi, fragole e spinaci i cibi più contaminati

Fragole e spinaci sono i cibi più contaminati, mentre mais e avocado quelli più “puliti”…

fragole e spinaci contaminati da pesticidi
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Quanto i pesticidi rappresentino un vero problema per la sicurezza alimentare è, ormai, risaputo. Da tutti. E la conferma ulteriore giunge dal Gruppo di Lavoro sull’Ambiente, dopo aver analizzato i risultati dei test effettuati dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Fra gli elementi presi in esame, le fragole e gli spinaci sono risultati i più contaminati.

Gli esperti, poi, hanno riscontrato nella frutta e verdura, coltivata con i metodi tradizionali, la presenza di ben 70 pesticidi. Sostanze tutte conosciute come un vero pericolo per la salute. D’altronde possono accrescere il rischio di far progredire l’obesità, i tumori e l’infertilità.

Fragole e spinaci i cibi più “contaminati”: ecco quali sono i rischi…

L’avocado e il mais, invece, fra tutta la frutta e la verdura testate, risultano i prodotti meno contaminati. Allertati da tale situazione, attualmente molti Stati hanno provveduto, con opportune misure, alla limitazione dell’uso dei pesticidi. D’altronde, è vero che il loro utilizzo può allontanare i parassiti dalle piante. Ma è anche vero che possono cagionare seri danni alla salute umana.

Non solo fragole  e spinaci. Anche le pesche, le ciliegie e le mele, incluse nella lista dei cibi di produzione agricola, sono state oggetto di attenti esami da parte degli esperti. Il 98% di questi prodotti conteneva almeno un pesticida. Uno studio condotto qualche anno fa e precisamente nel 1993, ha sottolineato il rischio che anche i neonati ei bambini sono esposti ai pesticidi. A prova di ciò sono stati riscontrati danni permanenti causati al cervello e al sistema nervoso.

E, per concludere, uno studio condotto ad Harvard, ha pubblicato, qualche mese fa, alcuni risultati circa i problemi di fertilità che possono riscontrarsi maggiormente negli uomini e nelle donne che consumano prodotti con tracce di pesticidi. Occorre quindi prestare attenzione, e preferire prodotti “bio” o a km zero. La certezza di “purezza” non c’è mai, ma ridurre il rischio è sempre la scelta più opportuna.

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