Impiegata da secoli nella cucina Indiana e del Sud Est asiatico, sfruttata per il suo sapore, colore, ma anche per i mille risvolti benefici, la curcuma è oggetto di studi approfonditi perché alcune applicazioni la considerano una vera medicina naturale. Tra i vari effetti positivi, c’è la capacità di alleviare l’emicrania, quel doloroso mal di testa pulsante che colpisce milioni di persone. Ricca di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie, è in particolare la curcumina il principio attivo su cui si soffermano gli studi. Ma ci sono dei doverosi ‘puntini sulle i’ da mettere.
L’emicrania si combatte con la curcuma?
Non solo l’emicrania, ma anche le cellule tumorali, il funzionamento del cervello, la prevenzione dell’Alzheimer. Alla curcuma è stato associato ogni prodigio. Ma, come spesso accade, alcune miracolose conseguenze della sua assunzione sono versioni eccezionalmente pompate di test clinici non ancora del tutto definiti. Per esempio, uno studio condotto dall’Università del Minnesota ha riscontrato che i benefici della curcuma sono assolutamente limitati. Perché per l’organismo è difficile assorbirne i principi attivi. Da alcuni test è emerso che i ratti riescono ad assorbire solo l’1% della curcumina che ingeriscono.
Secondo Michael Walters, ricercatore presso l’Institute for Therapeutics Discovery and Development della sopra-citata università, molti degli ‘studi’ sulla curcumina sono alla stregua del ‘folclore’. Lo studioso spiega al TIME che molti degli studi ‘pro-curcuma’ non hanno mai avuto riscontri effettivi. E che molti altri sono commissionati da aziende che producono e commercializzano supplementi nutritivi. Perciò con interessi specifici a riscontrare potenzialità nella radice.
Insomma, la curcuma ha destato così tanto interesse, che si è gridato (forse) troppo presto ‘al miracolo’. Alcuni naturopati e medici la consigliano comunque come integrazione alla dieta. Ma da lì a considerarla prodigiosa ci sarebbe da andarci cauti. Secondo Forbes, persino i soldi spesi negli studi sulla curcuma sarebbero uno spreco.
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