Quanta storia dietro questo cocktail, così semplice eppure famosissimo. Parliamo del gin tonic, quello straordinario mix di gin e acqua tonica. La leggenda narra che la miscela fu creata dai coloni britannici nel 1800 quando si era soliti unire acqua e chinino in dosi elevate come trattamento della malaria.
Origini antiche per un boom che risale ad appena 30 anni fa. E’ durante negli anni Ottanta e Novanta, infatti, che spopola, soprattutto tra i locali parigini. Per poi diffondersi a macchia d’olio ovunque. Tante le varianti a disposizione, che aggiungono ingredienti alla ricetta base. Di cui questa è la composizione. Un terzo di Gin, due terzi di acqua tonica. E poi cubetti di ghiaccio e una fettina di lime. Semplice, vero? Ma neanche tanto.
Gin tonic: il cocktail dagli ingredienti semplici, ma dalle proporzioni ignorate
Il problema è che il gin può essere pessimo, la tonica troppo dolce e il ghiaccio non in proporzione. Cerca quindi di utilizzare prodotti di fascia alta, per essere sicuri di fare un figurone. Il ghiaccio, inoltre, non deve superare mai i due terzi del bicchiere. E deve superarne la metà.
Approfondiamo la questione gin. Questo è essenzialmente una vodka aromatizzata con erbe e prodotti botanici, spesso bacche di ginepro. Ma ne esistono di tanti tipi e di tante marche. C’è chi consiglia il Prairie Organic Spirits, ma costa un po’. In alternativa c’è il Beefeater Gin, ben più economico. Ma occhio a non scendere troppo con il prezzo, perché ne risentirà anche la qualità.
Anche la presentazione è importante. Di norma si consiglia il bicchiere tumbler, ma c’è anche chi preferisce il ballon. Quest’ultimo, però, deve essere diverso dalla sua variante da vino. Da accompagnare a una cannuccia corta, meglio se nera. Se volete una variante al limone, ecco qualche idea. Se è da accompagnare al pesce, meglio limone e pepe, mentre per gli arrosti c’è chi consiglia ginepro, frutti di bosco, rosmarino e liquirizia.