Punteggiano i prati a primavera con il loro intenso colore, profumano come pochi fiori sanno fare, e sono anche edibili. Ma le viole hanno anche proprietà che non tutti conoscono. Nello specifico, la viola mammola è un fiore che la tradizione popolare ha impiegato per anni come rimedio naturale, e che l’erboristeria non ha mai trascurato. Perché ha proprietà diuretiche, antinfiammatorie, emollienti, espettoranti, sedative. Ecco come sfruttarle.
Come utilizzare la viola mammola
Il principale scopo di un decotto o uno sciroppo di viola mammola è alleviare e contrastare la tosse. I profumati fiori sono infatti utili in questo senso, e si possono impiegare anche le radici. Contro il catarro ad esempio, si può assumere un decotto di radici, facendole bollire in poca acqua (circa 5 grammi di radici per una tazza d’acqua), filtrandole, e bevendone il liquido due o tre cucchiaini più volte al giorno. Per alleviare la tosse, il decotto di fiori è quello che ci vuole. Basta far bollire un litro d’acqua e versarla sopra due cucchiai di fiori. Lasciare in infusione, filtrare, e berne una tazzina da caffè due o tre volte al giorno.
La medicina tradizionale ha impiegato lo sciroppo di viola mammola come rimedio ai problemi delle vie respiratorie. Se ne possono assumere due o tre cucchiai al giorno, ma anche impiegarlo per realizzare dissetanti bevande estive (allungandolo con acqua e ghiaccio). Si procede così: si lascia in infusione 100 grammi di fiori freschi in 1 litro di acqua bollente. Dopo 24 ore, si filtra il liquido e lo si zucchera (circa 180 grammi).
Naturalmente la viola mammola si può assumere anche semplicemente aggiungendone qualche fiore alle insalate, alle zuppe. Oppure essiccandola, e preparando dei sali aromatici, o aggiungendola sbriciolata allo zucchero. In ogni caso, qualsiasi preparazione va preceduta da un accurato lavaggio con acqua fresca.