Cresce il numero delle donne che lamenta un calo della libido. E che non ci stanno. La maggior parte del gentil sesso vicino alla menopausa, reduce da malattie o fin troppo stressate è alla ricerca del piacere. Ma se il viagra ha ormai aiutato tanti uomini con problemi di erezione, per le donne c’è rimedio?
Calo della libido femminile: un farmaco c’è
O ci sarebbe. Almeno fino a quando non sia stata accertata la sua efficacia. Ma non pensate solo a rimedi rivolti a ultra sessantenni. Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista BMJ Open ha rilevato che oltre un terzo di 5.000 donne tra i 16 ei 74 anni ha dichiarato di subire un calo della libido.
Sono passati 20 anni da quando il viagra ha fornito una soluzione per i maschietti. E la scienza non si è fermata solo a loro. Qualche anno fa si parlava anche di “viagra in rosa”. Si tratta di un farmaco chiamato bremelanotide. Il Peptide PT-141, per l’esattezza, un potente afrodisiaco sintetico, efficace per la cura di disfunzioni sessuali o di calo della libido femminile.
Il farmaco agisce sul sistema nervoso, quindi non nocivo per cuore e vasi sanguigni. L’effetto del PT-141 di solito si manifesta due ore dopo l’assunzione durando circa quattro ore. Il farmaco è stato appena sottoposto con successo negli studi clinici di fase 3 negli Stati Uniti. Parliamo dell’ultima fase prima che un farmaco possa essere autorizzato. Originariamente testato come pillola abbronzante negli anni ottanta, si rivelò in seguito efficace per il recupero muscolare. Da allora molti culturisti ne fecero uso. Gli uomini riferirono tra gli effetti anche erezioni spontanee e le donne notarono benefici sull’umore.
L’azienda farmaceutica Palatin Technologies cominciò allora a studiare il farmaco per svilupparne gli effetti sul calo della libido o su disfunzioni sessuali.
Come agisce il PT-141
Il farmaco agisce legandosi alle sostanze chimiche del cervello coinvolte nel desiderio sessuale. Aumenta la produzione della dopamina chimica, quel “sentirsi bene” che svolge una funzione chiave nell’eccitazione. A differenza degli anni ’80, oggi viene studiato per essere iniettato e nello specifico circa 45 minuti prima del rapporto sessuale.
Lo sviluppo del trattamento ha subito una battuta d’arresto nel 2007, quando è stato riscontrato che la versione “spray nasale” causava ipertensione in alcuni soggetti. La Food and Drug Administration negli Stati Uniti interruppe gli studi. Fu allora che la somministrazione del farmaco fu cambiata in iniezione.
Gli ultimi studi hanno dimostrato che, oltre a contrastare il calo della libido di una donna in generale, il bremalanotide rende il sesso più soddisfacente. Soprattutto pe le donne in pre-menopausa. Palatin Technologies scalpita per la scoperta, ma occorre ancora procedere con cautela.