La terza edizione del progetto Atelier des Grandes Dames, presentato dalla Maison Veuve Clicquot, ha conferito il Premio Michelin Chef Donna 2018 a Fabrizia Meroi. La chef vanta 1 stella Michelin, che brilla nel suo ristorante Laite a Sappada, in provincia di Udine. Conosciamola meglio.
Chi è Fabrizia Meroi
Fabrizia Meroi ha costruito la sua esperienza gastronomica durante gli anni di formazione tra Friuli, Veneto e Carinzia. Terre i cui prodotti, le cui peculiarità, sono i sapori protagonisti dei suoi menu. Il premio le è stato conferito per il modo semplice e preciso di proporre un’offerta gastronomica suggestiva. Sia nei sapori, che negli accostamenti. Determinata, creativa, innovatrice, audace e allo stesso tempo elegante, Fabrizia Meroi è originaria di Cividale del Friuli. La passione per la cucina nasce in casa, dalla mamma e dalla nonna. Ma dopo una stagione nella pittoresca località di Sappada, in Veneto (da qualche mese Friuli), la sua vita cambia. Incontra Roberto, oggi suo marito, e insieme nel 1990 aprono il Keisn. Luogo dove sperimentano e sedimentano le loro rispettive arti, la cucina e il vino.
La coppia comincia a farsi conoscere a livello nazionale quando nel 1994 a far parte del prestigioso club Jeunes Restaurateurs d’Europe. La formazione autodidatta non basta più: la chef comincia a seguire corsi di alto livello in Italia e all’estero, seguendo chef prestigiosi come Enzo de Pra e Gianfranco Vissani. E’ il 1997 quando arriva la prima stella Michelin. Che ancora conserva il suo Laite, ristorante aperto nel 2001 trasformando una tipica casa montanara in legno in un accogliente e originale ristorante. Per 7 anni consecutivi il ristorante conquista Tre Forchette dalla Guida Il Gambero Rosso. Viene inoltre premiato dalla Guida I Ristoranti d’Italia con un ambitissimo voto di 18/20.
Le chef sellate nel mondo sono 141, e più di un terzo di loro è italiana. Non c’è dubbio che negli anni il tema della cucina sia passato dall’avere solo nomi di eccellenza maschili ad un discreto elenco di presenza femminili. Anche se una certa invisibilità continua a permeare le chef donne. E’ anche per questo che è nato il progetto Atelier des Grandes Dames, ovvero per consolidare, evidenziare l’apporto femminile all’alta cucina. Viene definito ‘valore aggiunto femminile’. Ma auspichiamo ad arrivare al punto in cui il valore femminile non sia ‘aggiunto’ a nulla, semplicemente dato per assodato.