Jasmine Trinca e Claudia Gerini: sono state loro le protagoniste dei David di Donatello andati in onda ieri sera su Rai1. Non solo belle, ma sopratutto brave. Pronte a schierarsi con le donne e per le donne. Come è successo proprio durante l’apertura della diretta, con il monologo di Paola Cortellesi che, citando Stefano Bartezzaghi, ha evidenziato come parole inoffensive usate al maschile diventino offensive quando riferite alle donne.
La miglior attrice non protagonista è Claudia Gerini per il suo ruolo di Donna Maria nel musical Ammore e malavita. L’attrice ha dedicato il premio alla sua famiglia e in particolare alle figlie. Migliore attrice protagonista a Jasmine Trinca per il film di Sergio Castellitto Fortunata. Statuetta dedicata alla figlia Elsa e alla madre. Un’attenzione al femminile che non hanno mancato di sottolineare anche al termine della cerimonia, durante le nostre interviste.
Claudia Gerini e Jasmine Trinca, la doppia intervista
Jasmine, guardando questa statuetta a chi pensi?
Penso a chi mi ha permesso di fare questo film. A chi l’ha pensato e generosamente me l’ha proposto. Penso ai miei compagni di viaggio e a tutti quelli che sono stati con me durante quest’avventura.
Sul palco hai dedicato il premio alle tue donne più importanti.
Vero, dopotutto Fortunata è un film che parla del “femminile” nel miglior modo possibile. Un vero e proprio riscatto. Nonostante questo non abbia il sapore di una vittoria completa, racconta comunque la storia di una donna che si rialza.
Importante anche il monologo iniziale.
Sì, stasera eravamo unite per cercare di cambiare il sistema. Sopratutto in questo Paese. Occorre lavorarci ed essere unite.
Diciassette anni fa il tuo esordio con Nanni Moretti. Che ricordi hai della Jasmine di allora?
17 anni? Sono tanti, direi (ndr, ride) Ho un ricordo lontano, ma comunque vivo. E’ stato il momento che ha cambiato la mia vita. Ho avuto una fortuna incredibile, quella di esordire con un grande regista e un uomo rigoroso, che mi ha insegnato tante cose anche al di là del cinema.
Cosa c’è in ballo ora?
Al momento nulla, sono in attesa. Ma per gli attori fermarsi e ricaricarsi non fa male.
Claudia Gerini, cosa pensi di questo David che hai tra le mani?
Sono veramente contenta di averlo tra le mani. Lo metterò in vista, lo luciderò e gli darò anche da mangiare (ndr, ride).
Un premio che arriva anche con la maturità.
Già, effettivamente sono abbastanza matura per prenderlo. Significa che era ora (ndr, ride). Quando vivi le esperienze in età matura, le vivi con molto più ardore. La mia prima candidatura ero con Sono pazzo di Iris Blond. Avevo 25 anni, ero piccola. Ora me lo merito (ndr, ride).
Anche per te una dedica alle donne. E una lotta per le donne.
Le donne hanno un nuovo coraggio, forse ora sono più sorelle tra loro. Dobbiamo smettercela di cambiare con le donne, perché finora la cultura le ha penalizzate. Man mano però le cose stanno cambiando, penso che le donne che fanno gruppo vincano. E speriamo che la cultura del maschilismo stia affondando.
Cosa ti aspetti dal cinema dopo questa vittoria?
Il cinema mi ha dato tanto, mi ha fatto crescere, io ho iniziato a 15 anni. Il cinema è la mia vita, la mia grande passione e il mio grande viaggio. C’è tanta strada da fare e tanti sogni da far avverare. Il meglio deve ancora venire.
Negli ultimi mesi ti sei messa molto in discussione professionalmente, anche in televisione. Cosa vorresti far emergere ancora di te?
Canto, danza e recitazione sono le cose che mi piacciono fare. Ci sono talmente tante sfaccettature da raccontare delle donne, ruoli femminili che potrei interpretare lungo il mio cammino artistico. Voglio mostrare tutti i colori e le sfumature delle donne. Voglio continuare a raccontare belle storie.