Felici o tristi, allegri o malinconici, c’è solo una cosa in grado di farci piangere a prescindere dall’umore. Parliamo, naturalmente, delle cipolle. Prezioso ingrediente della nostra cucina ma anche fastidioso “flagello” per chiunque si trovi a tagliarle. Basta affondare il coltello, infatti, per cominciare a lacrimare copiosamente senza riuscire a smettere. Non si tratta di lacrime di dolore, nè tanto meno di commozione. Si tratta, semplicemente, di lacrime da cipolle. Una reazione fisiologica del nostro organismo al contatto con i gas irritanti e volatili che si liberano con il taglio dei bulbi. Lo zolfo che si genera, entrando in contatto con i nostri occhi, li irrita. Per espellerlo e diluirlo il nostro corpo genera, di riflesso, le lacrime.
Per limitare i danni, ed il fastidio, un’esperta della Maison de l’Oignon di Roscoff in Bretagna, Natacha Adlerfliegel, ha fatto il punto con Le Figaro sui metodi più diffusi e sulla loro reale efficacia.
Lacrime da cipolle: i metodi che funzionano
Tra i rimedi della nonna, le soluzioni suggerite dagli esperti e i trucchi di chi lavora in cucina, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta di espedienti per ridurre le lacrime da cipolle. Ma secondo Natacha Adlerfliegel non tutti si rivelano realmente efficaci. E se alcuni sembrano avere un fondamento scientifico, altri sembrano, in effetti, un po’ “campati per aria”. Per sperare di ottenere un risultato soddisfacente, l’esperta consiglia di rivolgersi all’acqua. Tagliare le cipolle sotto il getto dell’acqua sembra, in effetti, uno dei trucchi più diffusi. Ed anche uno dei più efficaci. Così come tenere un bicchiere d’acqua vicino al tagliere o bagnare la lama del coltello.
Sembra funzionare anche il trucco di cominciare a tagliare il bulbo dall’apice per poi terminare con la zona vicina alle radici, quella che sprigiona più sostanze irritanti. Se si iniziasse proprio da questa parte del bulbo, i gas si diffonderebbero subito per tutta la stanza. Altrettanto efficace si rivela l’espediente di tenere la cipolla nel congelatore per qualche minuto prima di tagliarla. O quello di masticare un chewing gum durante il taglio. O, ancora, quello di sistemare della mollica di pane sulla lama del coltello. Oppure, infine, quello di indossare occhialini da nuoto o una maschera da sub mentre si taglia il bulbo. Può sembrare una soluzione un po’ estrema, se non addirittura curiosa, ma garantisce, almeno, una barriera contro i gas irritanti. D’altronde, come si suol dire, a mali estremi, estremi rimedi.
E quelli che probabilmente non funzionano
A fronte di un buon numero di trucchi semplici ma efficaci, se ne contrappone uno altrettanto folto di sistemi che destano una certa perplessità. Natacha Adlerfliegel lascia intendere che alcuni non sono altro che antiche credenze prive di ogni fondamento logico o scientifico. Come quella di sistemare sulla testa una buccia di cipolla quando la si deve tagliare. In questo modo ci si immunizzerebbe contro le lacrime. Ma di suggerimenti singolari ne arrivano in quantità. C’è chi consiglia di tenere un cucchiaio in bocca mentre si taglia il bulbo. O chi sostiene che si dovrebbe fischiettare mentre ci si dedica allo sminuzzamento. Oppure chi rivela che la punta di un fiammifero tenuto tra le labbra sia in grado di assorbire lo zolfo che emana dalla cipolla.
Ci sono, poi, una serie di metodi contro le lacrime da cipolle più o meno bizzarri che l’esperta della Bretagna rivela di non avere ancora testato, e dei quali non può escludere a priori l’efficacia. Come, ad esempio, quello di mettere la cipolla nel microonde prima di tagliarla. O di passare dell’aceto sul tagliere. O, ancora, di tenere una candela accesa sul piano di lavoro. Chissà se funzionano davvero. Ma, in fondo, tentar non nuoce.