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“L’elica e la luce”, le donne futuriste in scena a Nuoro

Al Museo d’Arte della Provincia di Nuoro una mostra celebra l’ingegno delle donne futuriste. In esposizione più di 100 opere da Benetta a Wanda Wultz

Futuriste
StudioEsseci

S’intitola L’elica e la luce, Le futuriste. 1912_1944. E’ la rassegna che fino al  10 giugno mette in risalto a Nuoro l’operato di alcune artiste che presero parte al movimento del Futurismo. A partire dalla fine degli anni ’70 alcuni studi storico-critici hanno riportato in luce personalità eccezionali. Opere di alto valore, esistenze dalle trame complesse, di cui prima si ignoravano addirittura le date di nascita o morte hanno, infatti, restituito un panorama dell’arte delle donne nelle avanguardie.

Benedetta Cappa – Cime arse di solitudine

L’elica e la luce. Le futuriste: l’esposizione

L’esposizione prende le mosse dal Manifeste de la Femme futuriste. Il manifesto pubblicato da Valentine de Saint-Point il 25 marzo 1912, nasceva in risposta al Manifesto del Futurismo di Marinetti . Il percorso individua i caratteri di una ricerca collettiva libera da stereotipi, cliché, luoghi comuni e banali dipendenze legate ai rapporti di parentela con i “maschi” del movimento. L’esposizione testimonia, inoltre, la profondità di una riflessione estetica condivisa dalle donne del gruppo, ricca di implicazioni peculiari.

Wanda Wulz – Io + gatto

Il percorso espositivo

Nel percorso espositivo dipinti, sculture, carte, tessuti, maquette teatrali e oggetti d’arte applicata ricostruiscono l’operato di queste donne. Le futuriste che hanno lavorato dagli anni dieci fino agli anni quaranta, hanno firmato i manifesti teorici del futurismo, partecipato alle mostre. Le donne del futurismo hanno inoltre sperimentato innovazioni di stile e di materiali in ambiti trasversali. Le arti decorative, ad esempio, la scenografia, la fotografia e il cinema, ma anche la danza, la letteratura e il teatro. Figure indipendenti, artiste e intellettuali di primo piano nella ricerca estetica d’inizio secolo. Ogni capitolo del percorso e articolata in macro-temi.

Benedetta – Ritmi di rocce e mare, 1929

In mostra delle “artiste totali”

La mostra racconta le affascinanti biografie di ciascuna di loro, che s’intrecciano con la vita artistica e culturale del periodo. Sullo sfondo di un paese eccitato dal progresso ma ferito dal conflitto si muovono delle artiste totali. Fra queste la più nota è Benedetta, ma anche Marisa Mori, Adele Gloria e il gruppo di coloro che collaborano a “L’Italia futurista”. I campi di ricerca sono vastissimi. Si va dalla scrittura, alla pittura e dall’illustrazione, alla ceramica. E poi ancora gli studi di metapsichica e l’occultismo, verso cui anche il Manifesto della Scienza futurista mostra attenzione.

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