L’attenzione all’ambiente è più che mai un tema di grande attualità ed interesse. D’altronde non potrebbe essere altrimenti visto che dalla salute del pianeta in cui viviamo dipende anche la nostra. Scienziati, politici e cittadini sembrano essere sempre più in accordo sull’importanza di tutelare l’ambiente. Ed è per questo che l’impegno nei confronti di uno stile di vita più sostenibile è sempre più sentito e condiviso a livello internazionale. Anche se le soluzioni individuate non viaggiano sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Gli accordi di Parigi sul clima hanno individuato nella produzione di CO2 uno dei maggiori flagelli. Per questo entro il 2050 le emissioni dovranno scendere a 2 tonnellate per persona. Per fare questo in Svezia consigliano di viaggiare meno, diventare vegetariani e fare meno figli. Dall’Italia arrivano, invece, proposte diverse. Come quella di limitare l’abitudine di bere l’acqua in bottiglia.
Bere l’acqua in bottiglia è una cattiva abitudine?
La proposta di ridurre il consumo di acqua imbottigliata proviene da SodaStream, produttore di sistemi di gasatura domestica di bevande. L’azienda è giunta a questa conclusione analizzando i risultati di una sua recente ricerca. Indagando sullo stile di vita dei gli Italiani ha riscontrato una certa sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali. La maggior parte degli intervistati si è dichiarata attenta ad effettuare una corretta raccolta differenziata. O a ridurre i consumi tenendo, ad esempio, le persiani chiuse nelle ore più calde per evitare l’eccessivo utilizzo dei condizionatori. Eppure secondo i ricercatori di SodaStream tali attenzioni potrebbero non essere sufficienti.
A seguito di un’indagine del CENSIS, l’Italia si è rivelata, infatti, il Paese europeo in cui più di tutti è diffusa l’abitudine di bere l’acqua imbottigliata. Il consumo di ogni italiano si attesta sui 206 litri ogni anno. Ed il numero di consumatori è in continuo aumento. Quasi l’80% di essi ne beve almeno mezzo litro al giorno utilizzando le bottigliette da mezzo litro. Ed è proprio questa abitudine che, secondo SodaStream, potrebbe mettere a repentaglio la salute del pianeta. L’azienda spiega, infatti, che per produrre 350 mila tonnellate di PET per realizzare le bottiglie, si emettono 910 mila tonnellate di CO2. Per i committenti della ricerca, dunque, più che i figli, i viaggi o la carne consumata, bisognerebbe, piuttosto, ridurre la quantità di acqua in bottiglia bevuta ogni anno.