Il FAI– Fondo Ambiente Italiano celebra l’opera di Arturo Martini con un interessante iniziativa. Si tratta di Arturo Martini e il monumento per il Palazzo di Giustizia a Milano. La mostra che nasce in memoria di Claudia Gian Ferrari sarà visitabile a Villa Necchi Campiglio fino al 6 maggio. Curato da Amedeo Porro, Paolo Baldacci e Nico Stringa, il percorso espositivo ruota attorno al monumentale altorilievo della Giustizia Corporativa.
La Giustizia Corporativa: l’opera
La Giustizia Corporativa è stato eseguito da Arturo Martini nel 1937 per l’atrio al primo piano del Palazzo di Giustizia. E’ un racconto sulla vita e le attività dell’uomo che appaiono tutte sottoposte al giudizio della Legge. La Giustizia, qui seduta sull’albero del Bene e del Male. Con il volto sereno e quasi impassibile, ma nello stesso tempo sollecito e attento, tiene in mano gli attributi tradizionali, la bilancia e la spada. Intorno alla sua figura un’enciclopedia di miti, figure e immagini che vanno a comporre un coro polifonico.
La mostra su Arturo Martini
Nella mostra dedicata ad Arturo Martini sono esposte delle opere per la prima volta riunite. Si comincia con il bozzetto originale in gesso, due grandi altorilievi in gesso a grandezza naturale serviti come modelli per il gruppo degli “Intellettuali” e della “Famiglia”. E poi ancora il grande marmo di “Dedalo e Icaro” e un bozzetto in bronzo del gruppo della “Famiglia”. Insieme a questi pezzi sarà possibile seguire, attraverso degli ingrandimenti, l’interpretazione fotografica che Arturo Martini stesso volle dare della sua opera. Ricordiamo infatti che l’artista diresse personalmente l’illuminazione e gli scatti per il libro a essa dedicato. Collaterale alla mostra, verrà proposto un itinerario martiniano attraverso la città. Lo scopo è quello di conoscere e approfondire le importanti opere del maestro che arricchiscono Milano. Dall’Arengario, al Museo del Novecento, all’Ospedale Maggiore ecc.
La figura di Claudia Gian Ferrari
Ricordiamo che nel 2008 Claudia Gian Ferrari gallerista collezionista e studiosa, ha lasciato la sua collezione di capolavori del Novecento al FAI. Su quarantacinque pezzi, donati prima della sua morte, quattro sono di Martini. Fra questi l’importante capolavoro del periodo di “Valori Plastici” intitolato “L’amante morta”. Il “Dormiente”, copia dell’originale conservato a Roma, è invece arrivato a Villa Necchi in seguito alla sua scomparsa. Nell’attività di Claudia e del padre Ettore Gian Ferrari, la promozione e la difesa dell’opera di Arturo Martini hanno avuto un posto rilevante. Dalla battaglia contro il gruppo dei falsi cosiddetti “di Anticoli Corrado” fino alla promozione di mostre e restauri e alla scoperta e riproposizione dell’importante gruppo di gessi originali delle maggiori sculture di “Valori Plastici”.