Che sia per una festa o per un appuntamento galante, lo champagne è un compagno irrinunciabile. Per brindare a un successo, o per suggellare una promessa. Ma il più prezioso dei vini va anche gustato con stile. Champagne Boizel elenca in pochi passi i segreti fondamentali per un servizio impeccabile. Dai flûte alla bottiglia, dal brindisi alla temperatura. Per non sfigurare mai.
1. Scegliere lo champagne giusto
Per celebrare i momenti di festa è consigliabile optare per un Brut non millesimato. Una preziosa indicazione, spesso sottovalutata, è quella di evitare di accompagnare le bollicine al piccante e al dolce. Per osare, meglio stappare un rosé che dà un tocco di colore e di femminilità al brindisi. Mentre, per le occasioni all’insegna dell’intimità, meglio una cuvée de prestige o un vecchio millesimato.
8°C è la perfezione, ma non sempre.
2. La temperatura ideale
Per gustare tutta la freschezza sprigionata dalle bollicine, la temperatura corretta è di 8°C. Una volta versato nel bicchiere, lo champagne tende naturalmente a riscaldarsi in base al clima dell’ambiente, soprattutto se è affollato. In questi casi, è preferibile servire lo champagne a una temperatura inferiore, intorno ai 5-6° C. Ma ricorda che un aperitivo è piacevole a 3-4°C. Durante il pasto, invece, i gradi possono essere aumentati.
3. Come mantenerlo fresco
Il secchiello va riempito solo per due terzi con acqua fredda e poi vanno aggiunti i cubetti di ghiaccio fino a 10 cm dal bordo. E questi devono essere cambiati regolarmente. In questo modo, nell’arco di due ore, riuscirai a raffreddare la bottiglia a 8°C se è a temperatura ambiente. Invece bastano solo 20 minuti se viene da una cantina a temperatura 10-12°C. Vuoi accelerare la refrigerazione? Versa due manciate di sale nell’acqua del secchiello. È un trucco da addetti ai lavori.
E se il tappo si rompe?
4. Come stappare la bottiglia
Per assaporare la qualità del cuvée, ribalta la bottiglia in modo da mescolare lo champagne. Così da omogenizzare la temperatura. Ora prendi con delicatezza la bottiglia dal corpo, non dal collo, con una sola mano, per evitare che la temperatura corporea riscaldi il vino. Rimuovi il cappuccio metallico. Reggi la bottiglia dal fondo e inclinala leggermente. Con l’altra mano tieni con decisione l’indice sul tappo per controllare la pressione. Fai girare la bottiglia, tieni premuto con il pollice il sughero liberato della sua gabbietta e ruota la bottiglia dal fondo. Senza stringere con forza il tappo. Evita il botto: fagli fare un leggero sibilo.
E se il tappo oppone resistenza, usa la pinza da champagne. Agganciala al sughero, fallo oscillare, poi gira la bottiglia. Se il tappo si rompe, invece, metti la parte superiore del collo della bottiglia nell’acqua calda per due minuti, così il sughero si allenta e puoi estrarlo con il cavatappi.
Flûte o tulipano? La parola agli esperti
5. Il bicchiere fa la differenza
Il bicchiere, ça va sans dire, deve essere di vetro o cristallo per mantenere la freschezza del perlage. Per quando riguarda la forma del calice, la coppa non esalta il vortice di bollicine che invece disperde in fretta. La flûte, invece, con la sua forma slanciata ti permette di ammirare la catenella di bolle che salgono, ma soprattutto di bere inclinando la testa verso l’alto. Hai solo calici di vino? Non sono vietati, anzi spesso consigliati. Vanno bene quelli a forma di tulipano. Mai come in questo caso vale la regola di riempire il bicchiere alla metà non oltre.
7. Come tenere il calice
Non ti resta che sapere come tenere in mano il calice nel modo più chic. Per la flûte e i bicchieri da vino, vanno retti dal piede, per evitare di lasciare impronte sulla corolla. Ma anche per non farlo riscaldare troppo in fretta. La coppa, invece, va tenuta dai bordi.
8. Il brindisi
Versa lo champagne nei calici in due tappe. All’inizio una piccola quantità, lentamente e con il bicchiere inclinato, favorendo la formazione delle bollicine. Poi quando la schiuma diminuisce, versane altro fino ad arrivare a metà o, al massimo, a due terzi del bicchiere. Passiamo al brindisi. Di solito spetta al padrone di casa proporlo. Il galateo vieta tassativamente di brindare con “cin cin”, in quanto frutto della moda orientale diffusa nello scorso secolo nei salotti borghesi, ormai superata. Meglio un augurio personalizzato con un discorso sentito e pieno di buoni sentimenti. Anche il tintinnare dei bicchieri è ammesso. Guardandosi, si sa, negli occhi.