L’IMPORTANZA DELLA LUCE NATURALE
Gli effetti della luce naturale sugli stili di vita, sul design e sui processi neuro-cognitivi dell’uomo sono stati oggetto di una recente ricerca scientifica. Il progetto, dal titolo Healthy Lighting, è stato sviluppato dall’azienda friulana Pratic, leader per pergole e tende da sole di design, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università Iulm di Milano. Lo studio neuro-scientifico ha evidenziato l’importanza di luce e buio nella vita dell’uomo. In particolare, sono stati illustrati gli effetti dell’esposizione alla luce naturale su stili di vita e salute. La ricerca, infatti, si basa sulle più recenti scoperte in merito al funzionamento del ritmo circadiano. E tali scoperte sono valse il premio Nobel per la medicina nel 2017.
IL DECENNIO DELLA LUCE NATURALE
Dopo il decennio dell’alimentazione, culminato con l’Expo di Milano, è arrivato il momento di aprire il decennio della luce. I dati sperimentali relativi all’alimentazione si sono tradotti infatti in pratiche nutrizionali differenti e in stili di vita coerenti a quei dati. Ora, è giunto il momento di far entrare la giusta esposizione alla luce naturale nelle pratiche architettoniche, negli stili di vita, se non addirittura in un nuovo protocollo normativo per le unità abitative di nuova generazione. Ne sono convinti gli esperti, alla luce dei risultati della ricerca Healthy Lighting.
I RISULTATI DELLA RICERCA
La luce è il fondamentale regolatore – insieme al buio – del nostro ritmo circadiano. Questo straordinario meccanismo evolutivo ogni 24,5 ore sincronizza i ritmi fisiologici e il corpo umano. I fattori tipici dello stile di vita moderno portano purtroppo a una progressiva desincronizzazione di questo ritmo. Stiamo parlando, ad esempio, dell’eccessiva esposizione alla luce artificiale, il lavoro su turni, le nuove tecnologie e il bisogno di rimanere sempre connessi, etc. Tutto ciò induce una riduzione del rilascio di melatonina e un ritardo dell’inizio del sonno. Ma anche una carenza cronica di vitamina D, che si registra nella quasi totalità della popolazione occidentale.
Ciò che emerge con chiarezza è dunque la necessità per l’uomo di riappropriarsi di una vita outdoor fatta di luce naturale, ma anche di una corretta fruizione del buio.