Forse qualcuno ricorda che nei primi anni ’90 cominciò a girare per le case una sorta di ‘catena’ portafortuna. Si trattava di una sostanza gelatinosa, che veniva chiamata alga (erroneamente) ‘della fortuna’ oppure ‘egiziana’. La si doveva far sopravvivere dentro un liquido a base di tè e aceto, e quindi attendere che si moltiplicasse per regalare a qualcun altro i ‘figli’. Una volta fatto, la si poteva far essiccare e avrebbe portato fortuna. I ragazzini (e non solo), impazzirono di curiosità per questo strano elemento, senza rendersi conto che stavano manipolando il kombucha. La cui notorietà in Cina risale addirittura a secoli prima di Cristo. E senza sapere che quel liquido in cui era immerso poteva essere bevuto, perché ricchissimo di effetti benefici sull’organismo.
Il kombucha, curioso alleato della salute
Il kombucha non è esattamente quella sostanza gelatinosa, ma la bevanda in cui la si immerge. La si può associare ad un fungo, perché in verità non si tratta di un solo elemento ma di una coltura. Una massa che deriva dalla fermentazione di microorganismi e lieviti. I quali danno vita ad un elemento molliccio e di colore beige/marroncino, che si deve mettere in ammollo in tè (verde o nero), aceto e zucchero. In questo modo, ci ritroviamo in qualche giorno in possesso di una bevanda fermentata che da secoli, in Oriente, è ritenuta un elisir di salute.
Il tè kombucha non è universalmente accettato come ‘miracoloso’, ma non mancano studi che ne attestano alcune proprietà benefiche. E’ infatti un buon alleato del sistema immunitario, che stimola e rafforza. Ha proprietà antivirali, anti-aging, e sembra essere un efficace alleato contro lo stress. Sarebbe inoltre utile nel depurare l’organismo e, se applicato esternamente, ha un discreto potere antimicotico. C’è da dire tuttavia che anche tra gli esperti di cure e rimedi naturali c’è nutre dei dubbi sulle millantate proprietà.