Le persone disoneste sono tra di noi; questo è un dato. Però come viene percepita la disonestà in un ambito molto importante come quello del lavoro? I corrotti, i disonesti, tanto per usare categorie generali, hanno successo oppure no? Come si collega al tema della considerazione professionale?
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Persone disoneste: che tipo di lavoratori sono?
Secondo un articolo del Daily Mail, le persone disoneste e immorali sono viste come incapaci sul lavoro. Lo certifica un nuovo studio sul tema.
Questo giudizio avrebbe a che fare con l’idea di competenza che ci facciamo delle persone. Chi imbroglia, o ruba, è visto come qualcuno non in grado di raggiungere lo stesso risultato se non ingannando o infrangendo alcune regole.
I ricercatori dell’Università di Toronto confermano l’ipotesi. Chi è disonesto è considerato poco intelligente e capace anche sul lavoro.
La ricerca è stata condotta su 1,500 partecipanti.
Secondo lo studio i disonesti sarebbero visti come scarsamente privi di ‘intelligenza sociale’. Proprio quell’incapacità di partecipare a un ambiente di lavoro sano e competitivo e per questo cercare di deformarlo.
Nella scala di capacità, gli individui disonesti hanno raggiunto i punteggi più bassi agli occhi degli altri.
Insomma la disonestà sarebbe anche un fattore molto poco produttivo e favorevole in ambito professionale. Una caratteristica dell’agire che impoverirebbe l’ambiente di lavoro e la cosiddetta ‘intelligenza sociale’.
Il tema è anche di grande attualità, visto i recenti scandali dei cosiddetti ‘furbetti del cartellino’. Anche qui quindi un segnale di risposta sbagliata a un’incapacità di gestire e rispettare delle regole. Non proprio una caratteristica che ci si augura di veder attribuita a un membro del proprio team. Ecco quindi che l’aspetto personale, incide anche sul lavoro professionale andando a rovinare i rapporti umani e professionali. Meglio non giocare con temi come questi. E essere un po’ più onesti, tanto per cominciare.