Chi ama la cucina etnica saprà bene che le spezie sono le assolute protagoniste. Che dire, ad esempio, della curcuma? Questa delizia, molto presente soprattutto nelle ricette indiane, è in grado di dare un sapore particolare a molti piatti, ma non solo. Stando a quanto riporta il Daily Mail, apporterebbe infatti anche grandi benefici alla salute. Quella del cervello in primis. Lo sa bene la medicina ayurvedica che, da secoli, fa tesoro della miracolosa curcuma, spezia dalle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antitumorali. Bisognerebbe dunque iniziare a portarla in tavola.
Miracolosa curcuma, la spezia della memoria
Interessante, a tale proposito, quanto emerso da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California (UCLA), e pubblicato sull’American Journal of Geriatric Psychiatry: la curcumina (che dà alla curcuma il suo colore giallo), a loro avviso, grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie, avrebbe un effetto protettivo sul cervello. Ebbene sì, sarebbe in grado di migliorare la salute mentale. Il Dott. Gary Small, autore dello ricerca, ha dichiarato: “La curcumina potrebbe fornire, nel corso degli anni, significativi benefici a livello cognitivo”.
Lo studio dei ricercatori dell’UCLA
Al fine di giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno chiamato in causa 40 volontari di età compresa tra 51 e 84 anni. Tutti affetti da lievi disturbi della memoria. In primis sono stati divisi in due gruppi. Al primo è stato somministrato del Theracurmin (90mg di curcumina) mentre, all’altro, solo un placebo. Il tutto per due volte al giorno. Il programma è durato, in totale, 18 mesi. Alla fine della sperimentazione, i test di memoria di coloro che avevano assunto la curcumina sono migliorati del 28%.
I benefici generati dall’uso della curcumina potrebbero essere dovuti sia al suo effetto anti-infiammatorio, sia alla sua azione di contrasto alla deposizione di proteina amiloide cerebrale. E’ stata riscontrata infatti, nello specifico, una riduzione dell’accumulo delle proteine di beta amiloide e tau (associate a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer) nell’amigdala e nell’ipotalamo, ovvero regioni del cervello che regolano l’umore e la memoria.