Si comincia con qualche capello. Con il passare delle settimane diventa una mini parrucca. Provocando una sorta di laghetto indoor, con l’acqua che raggiunge anche la caviglia dopo pochi secondi di doccia. Occorre fare attenzione, perché comunque una percentuale di questi capelli supera la barriera. E potrebbe ingolfare non solo il lavandino (o piatto doccia), ma anche tutto il sistema idrico.
Ci sono degli appositi strumenti per affrontare questo problema. Come lo sturalavandino a ventosa, o quello a molla, o la pistola a gas. Tutti oggetti indispensabili quando il blocco è appurato, e prima di chiamare l’idraulico. Procediamo con il primo strumento. Per lo sturalavandino è indispensabile togliere l’eventuale acqua stagnante e farne scorrere altra dal rubinetto per togliere la sporcizia più superficiale. Poi aggiungere un pezzo di stoffa sul foro del lavello. Appoggiare la ventosa e muoverlo su e giù. Più semplici da utilizzare ma meno da trovare gli altri due. Sono entrambi disponibili nei negozi di ferramenta.
Sturare il lavandino, tra metodi tradizionali e chimici…
Altrimenti ci sono anche dei rimedi chimici, che consistono nel versare nello scarico dei prodotti che cercano di sciogliere le sostanze presenti. Questi sono soprattutto acidi,e bisognerebbe verificare che questi non rovinino il sistema di scarico stesso. Tra i prodotti più efficaci c’è la soda caustica. Attenzione, si tratta di un prodotto altamente ustionante. O, se si preferisce una soluzione naturale, in casi meno complessi, il sale grosso.
In entrambi i casi, con soda o con sale, dopo aver tolto l’eventuale acqua presente nel lavandino bisognerà prendere un bicchiere grande pieno di sale (o soda) e versarlo nello scarico. Dopo circa 10 minuti, vanno versati 3 o 4 litri di acqua bollente. Potrebbe essere necessario ripetere l’operazione un’altra volta.
Ovviamente ci sono anche i vari prodotti, acquistabili anche nei supermercati, di idraulico liquido. E dita incrociate.