Le sfilate lo hanno confermato: la pelliccia rientra nella lista dei capi must have che non devono mancare nel guardaroba invernale. Purché sia ecologica, ça va sans dire. La moda non ha dubbi, a fare tendenza sono i modelli fur-free: belli, morbidi, stilosi ma soprattutto eticamente corretti. Lo hanno sbandierato Stella McCartney, Gucci, Michael Kors etc. Proprio così, parliamo di capi che fanno innamorate con i loro innumerevoli colori e tagli ma, spesso, quando ci si ritrova a fare shopping e si rimane incantate da tanta morbidezza, viene spontaneo chiedersi se si ha a che fare con pellicce vere o modelli realizzati con fibre sintetiche.
Pellicce vere o fur free: parola a Peta
Come comportarsi al fine di essere sicure di fare una scelta cruelty free? Basta appellarsi a Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), organizzazione no-profit a sostegno dei diritti degli animali che, sempre più, incoraggia i consumatori a fare acquisti responsabili. Per questo motivo, infatti, ha impartito qualche piccolo consiglio per distinguere una pelliccia finta da una di pelo animale. Non servono chissà quali competenze. Basta avere occhio.
Osservare la base
In primis bisogna osservare la base della pelliccia. Se finta è caratterizzata da maglia o da un tessuto filettato. Se sembra attaccata alla pelle è allora molto probabile che sia vera.
Attenzione alle punte dei peli
I peli degli animali si assottigliano verso la punta, proprio come i capelli degli esseri umani, a meno che non siano stati tosati o rasati. Nella pelliccia sintetica, invece, i peli sono tagliati in maniera netta.
La prova del fuoco
Un altro modo per testare la genuinità della pelliccia è sottoporla al test della bruciatura. Basta rimuovere alcuni peli utilizzando delle pinzette e, lontano da superfici infiammabili, bruciarli. Se appartengono agli animali, avranno lo stesso odore di quelli umani. Se finti, emaneranno un odore paragonabile a quello della plastica bruciata.