Avere delle mani belle e curate è il sogno di ogni donna. C’è chi si mette lo smalto nei ritagli di tempo e chi, invece, per la manicure preferisce affidarsi a dei professionisti osando anche qualcosa in più. La nail art è ormai una moda diffusa in tutto il mondo che porta donne, più o meno giovani, a ricoprire le unghie con smalti semipermanenti o gel con mille e uno colori o disegni creativi. Attenzione però alla scelta del salone e del professionista a cui affidarsi. Spesso si sottovalutano quelli che sono i rischi che questo tipo di trattamenti estetici possono provocare. Oltre a prestare attenzione ai prezzi, le condizioni igieniche vengono prima di tutto.
Manicure a rischio, la ricerca
Stando a quanto riporta il Daily Mail, alcune operatrici non laverebbero accuratamente né le mani né gli strumenti con cui lavorano per effettuare la manicure. Spesso, infatti, alla base c’è una grande leggerezza nella formazione del personale che deve essere istruito su come maneggiare sostanze chimiche pericolose contenute soprattutto nei gel e nell’acrilico utilizzato per la ricostruzione delle unghie.
Oltre a mettere a rischio la propria salute, il pericolo è quello di causare dei danni anche ai clienti. Il team di Rutgers School of Public Health ha avvertito che strumenti non puliti a dovere e riutilizzati in maniera inappropriata potrebbero essere la causa di dermatite da contatto, una forma di eczema. Nei casi più gravi si può parlare anche di virus patogeni trasmissibili per via ematica. Compresi i virus dell’epatite B e C.
Occhio ai prodotti e alla sicurezza: informarsi prima di tutto
I ricercatori hanno preso a cuore la questione e indagato. Il primo studio è stato pubblicato sul Journal of Chemical Health & Safety. Intervistando 90 clienti di parrucchiere e nail artist del New Jersey, è stato chiesto loro con che frequenza avessero avuto problemi respiratori o cutanei dopo aver effettuato una seduta nel salone di riferimento. Cosa hanno trovato? Circa il 52% dei volontari ha riscontrato reazioni cutanee o funghi. Lindsey Milich, a capo del team di ricerca, ha dichiarato: “I clienti dovrebbero chiedere al loro parrucchiere o all’onicotecnica quali ingredienti chimici sono presenti nei prodotti utilizzati. Ma anche come disinfettano i loro strumenti e il tipo di sistema di ventilazione presente in salone.”
Mai sottovalutare l’importanza della formazione
Interessante anche un altro studio pubblicato sul Journal of Occupational and Environmental Medicine. I ricercatori hanno interpellato questa volta i tecnici dei saloni di bellezza del New Jersey. La maggior parte delle intervistate erano donne asiatiche con problemi agli occhi, al naso e alla gola. Il tutto causato dalla loro attività. Molte di loro, infatti, non utilizzavano dispositivi di protezione personale. Inoltre erano state istruite solo in inglese. E non nella loro lingua madre.
Il Dott. Derek Shendell, autore principale dello studio, ha dichiarato: “Abbiamo scoperto che le onicotecniche venivano sì formate ma non nella loro lingua madre. Lo studio intende sollecitare i tecnici a far valere i loro diritti. Il che significa che dovrebbero ricevere una formazione adeguata circa l’uso di sostanze chimiche tanto in inglese quanto nella loro lingua madre. Dovrebbero inoltre fare domande se non capiscono qualcosa“.