Reduci dalle abbuffate natalizie ci troviamo in casa a fare i conti con qualche malessere. Parliamoci chiaro: mangiare più del solito e starsene seduti sul divano in compagnia del dolce far niente, non è male. Ma se le abbuffate partono da un rapporto non sereno con il cibo, a risentirne è la salute.
Abbuffate natalizie: il parere degli esperti
A parlare degli effetti negativi degli eccessi a tavola, Andrea Pandolfi. Il più noto consulente olista in Italia è autore dell’e-book uscito questo mese. Il titolo: “Effetto dualismo. Come il cibo ha perso la sua natura originale”. Nel testo i dati raccolti sulle interviste a 200 persone tra i 18 e i 60 anni.
“Il 33% degli intervistati dichiara che nel corso delle Feste, oltre a qualche esagerazione, soffre di disturbi di salute. Si va da problemi di digestione a veri e propri malesseri. Questi ultimi possono essere fisici ma anche psicologici”.
“E’ la dimostrazione di come, anche al di là del periodo festivo, gli italiani abbiano una relazione difficile con il cibo, sopratutto i più giovani. Il 15% soffre di varie forme di disturbo alimentare. Il 31,7% è in sovrappeso, il 49,2% dichiara di non avere un rapporto sereno con il cibo. L’età media di insorgenza dei disturbi è 17 anni, sono soprattutto studenti per il 48%. In sostanza la metà dei giovani ha qualche forma di difficoltà nel rapporto con la propria alimentazione. Dalle forme più gravi di anoressia o bulimia al semplice sovrappeso. (Dati ABA/La Sapienza e Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, rielaborati da Andrea Pandolfi).
A tavola con serenità
Al di là delle abbuffate natalizie, il rapporto con la tavola è completamente mutato nel corso dei secoli. Se un tempo mangiare voleva dire nutrirsi, oggi c’è una ricerca spasmodica della salute. O al contrario si assiste a una forma di nevrosi nei confronti del cibo.
È la stessa situazione che si presenta con i giochi o i vestiti. I nostri bisnonni ricevevano un regalo (il giorno della Befana). E ci giocavano per anni. I nostri nonni avevano un cappotto. E si assicuravano di star caldi almeno per due anni. Oggi i giochi sono tanti e vengono scartati e gettati. E i vestiti? Non sappiamo neanche quanti ne abbiamo. E indossarli equivale all’usa e getta.
Così è con il cibo. Ne abbiamo tanto, soprattutto nel mondo Occidentale. E lo gettiamo. Oppure ci dedichiamo ad abbuffate senza senso perché irritati, stanchi, stressati. O semplicemente perché annoiati. La maggior parte dei giovani mangia troppo perché consapevole di non riuscire a raggiungere la linea “standard” proposta dalla nostra società.
“Dall’essere un momento di gioia e condivisione, dall’essere “neutro”, il cibo per alcuni è diventato un problema. Il cibo è simbolo, parola, legato da millenni alla sacralità. E come tutti i simboli ancestrali, si lega inevitabilmente al nostro inconscio, alla nostra auto-percezione. E’ proprio dalla sua natura simbolica e dalla disarmonia tra essere umano e simbolo che il nutrimento da “neutro”, è diventato “impuro”.
Gustare il cibo vuol dire gustare la vita. Forse per questo le abbuffate nascondono un disagio. Non gusto, dunque non vivo bene. Occorre probabilmente ritrovare l’equilibrio con sé stessi e pensare alla tavola come a un piacere. In questo caso, esagerare durante le Feste ha poca importanza. Purchè rimanga un’esagerazione all’anno…