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Cibo italiano: non è il più buono del mondo

A seguito dell’8° Forum della Fondazione Barilla su Alimentazione e Nutrizione l’Italia è stata dichiarata settima per sostenibilità del sistema alimentare

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Siamo abituati a considerare il cibo italiano il più buono del mondo. Eppure, in base ai risultati dell’8° Forum della Fondazione Barilla su Alimentazione e Nutrizione, l’Italia è soltanto al settimo posto. I nostri piatti saporiti e i nostri prodotti tipici non sono bastati a raggiungere il podio occupato da Francia, Giappone e Germania. Ed anzi le nostre eccellenze gastronomiche non sono riuscite neanche a superare Spagna, Svezia e Portogallo che ci precedono in classifica. Limitandosi ad esaminare la graduatoria potrebbe apparire strano vedere davanti a noi Paesi con tradizioni gastronomiche meno ricche della nostra. Ma la classifica non riguarda prettamente il gusto degli alimenti. E nemmeno esclusivamente la loro qualità. Il Forum analizza, in realtà, il Food Sustainability Index che si riferisce alla sostenibilità del sistema alimentare.

Il cibo italiano non ha superato a pieno il test della sostenibilità

Non si tratta, quindi, di un problema di sapore del cibo italiano. Si tratta, piuttosto, di una mancata aderenza ad alcuni dei criteri in base ai quali viene valutata la sostenibilità del sistema alimentare di un determinato Paese. I 24 Paesi analizzati coprono, circa, l’87% del PIL mondiale. Per ognuno di essi sono stati presi in considerazione fattori quali la lotta agli sprechi di cibo, la sostenibilità della produzione agricola, l’innovazione in agricoltura e l’educazione alimentare. Ebbene, il Bel Paese ha dimostrato di non eccellere in alcuni degli ambiti analizzati.

Nutrizione sana
Nutrizione sana

Primi nella sostenibilità dell’agricoltura ma c’è da migliorare nell’educazione alimentare

Il primo posto nella sostenibilità delle produzioni agricole e il quarto nelle politiche contro lo spreco non sono bastati. Si tratta comunque di risultati importanti. Il nostro Paese si è, infatti, dimostrato virtuoso nella gestione delle colture. Specialmente per quanto riguarda la disponibilità e la gestione dell’acqua. Anche nel contrasto agli sprechi sono stati fatti importanti passi avanti. Se lo scorso anno, infatti, l’Italia si è classificata soltanto nona, quest’anno è riuscita a guadagnare ben 5 posizioni. Dimostrando, così, di aver compiuto notevoli miglioramenti. Ciò in cui, invece, il nostro Paese non ha brillato sono l’educazione alimentare e le sfide nutrizionali. Si è classificata, infatti, soltanto nona.

Ad influire nella valutazione è stata, soprattutto, la percentuale di bambini tra i 5 e i 19 anni in sovrappeso (ma anche degli adulti). A peggiorare la situazione ha contribuito la bassa percentuale di persone che raggiungono un livello raccomandato di attività fisica. A rendere il quadro più preoccupante, infine, è il progressivo distacco dalla dieta mediterranea che è stato riscontrato nel nostro Paese negli ultimi anni. Specialmente nei ragazzi più giovani.

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