Vaccino: sì o no? Il comunicato diffuso da Seqirus può aiutarci a muoverci con più chiarezza nel mondo della salute. Seqirus è l’unione di bioCSL e il settore dei vaccini antinfluenzali di Novartis. Oggi il secondo produttore al mondo di vaccini influenzali.
Vaccino: i consigli degli esperti su come difendersi dall’influenza
Il male di stagione è alle porte e non è il caso di prenderlo “sotto gamba”. Secondo le previsioni, quest’anno saranno circa 5 milioni gli italiani colpiti dall’influenza, con un maggiore interessamento di bambini ed anziani. L’influenza non va sottovalutata poiché è la terza causa di morte fra le malattie infettive, dopo la Tubercolosi e l’Aids. Il 90 % dei decessi si registra fra gli anziani.
“Se è vero che l’influenza non deve destare preoccupazione nella popolazione sana, essa può portare conseguenze gravi nei soggetti più a rischio”. È il parere del Prof. Fabrizio Pregliasco, Virologo, Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano. E Direttore Sanitario IRCCS Galeazzi di Milano. “In tal senso, il vaccino costituisce, senza dubbio, un salvavita per le categorie più fragili. I bambini piccoli, gli over 65 e coloro che sono affetti da patologie croniche sia di natura respiratoria che cardiaca”.
Anche se il picco influenzale è atteso dopo l’Epifania, migliaia di italiani sono già bloccati a letto in queste ore. La causa però non è solamente l’influenza vera e propria, infatti si stanno ancora registrando infezioni ad opera di virus “cugini”. “Attualmente, oltre i primi casi di influenza conclamata, stiamo assistendo, principalmente, alla circolazione di forme parainfluenzali legate agli sbalzi termici. E causate da uno dei 262 virus diversi che hanno sintomi meno pesanti dell’influenza stagionale, ma che sono ugualmente debilitanti”, precisa Pregliasco.
Le regole per non “farsi influenzare”
“La “vera” influenza – continua il Prof. Pregliasco – si riconosce perché causa la presenza contemporanea di tre fattori. Febbre elevata (più di 38 gradi) ad esordio brusco, sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola. Questi sintomi perdurano per diversi giorni e, nei soggetti più deboli, possono addirittura essere fatali.
Per tutte le altre patologie circolanti nei mesi invernali, si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali”. Oltre al vaccino ci sono alcune misure efficaci nel prevenire infezioni di questo tipo. Lavarsi frequentemente le mani, coprire la bocca e il naso quando si starnutisce e tossisce. E rimanere a casa nei primi giorni di malattia respiratoria febbrile per non contagiare le persone con cui si viene in contatto.
A ciascuno il suo vaccino
L’influenza è “età-dipendente”. Se è vero che il paziente anziano è maggiormente vulnerabile al virus di tipo A, il virus B ha un impatto relativamente maggiore nei bambini e negli adolescenti. Una strategia vaccinale ottimale dovrebbe tener conto di questi aspetti epidemiologici.
Per gli anziani è importante scegliere un vaccino in grado di potenziare la risposta immunitaria. “Nei vaccini adiuvati, oltre all’antigene, ci sono altre sostanze che aiutano il sistema immunitario a reagire in maniera efficace”. Questo tipo di vaccinazione può aiutare anche i bambini.
Per gli adulti o i soggetti sani, il vaccino con l’antigene è sufficiente. In questo modo si riuscirà a sviluppare un anticorpo in grado di sconfigger il virus.
Il vaccino adiuvato viene utilizzato in circa 30 paesi del mondo, inclusi gli Stati Uniti d’America. La prevenzione è l’arma vincente che offre la grande opportunità di poter condurre una vita in salute, attiva e indipendente”.