X Factor 11. Una finale, quella di giovedì 14 dicembre, che conferma quanto, quando si parla di grande pubblico, il belcanto batta senza troppi giri di do la personalità. Siamo sorpresi della vittoria di Licitra con i Maneskin? Non troppo perché il Paese si conferma così molto conservatore a livello musicale.
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Questo è il quadro che ci restituisce la settima edizione (11esima se contiamo anche le edizioni targate RAI). In finale, all’ultimo scontro, sono infatti arrivati due modi diversi di intendere la musica.
Uno più tradizionale, rappresentato da Licitra, uno più rock e trasgressivo., quello dei Maneskin. Eppure quando si tratta di giudicare il pubblico italiano è più vicino a Sanremo che a Woodstock. Così gli eccessi dei Maneskin, sorretti dal popolo della rete, non sono stati visti di buon occhio dal pubblico generalista. Infatti la finale è andata in onda non solo su SKY ma anche in chiaro, quindi è presumibile che il pubblico sintonizzato fosse più ampio che durante tutto il corso dello show.
X Factor 11: quanti vincitori avevano l’ugola d’oro?
E in effetti ripercorrendo la storia dello show, la lunga tradizione di vincitori non ha premiato né il cantautorato né il rock più indisciplinato. A X Factor, raggiungere note alte conta più di un graffiato. Dalla quinta edizione – la prima prodotta da SKY – in poi, hanno trionfato Francesca Michielin, Chiara Galiazzo, Michele Bravi, Lorenzo Fragola, Giosada. L’anno scorso invece i Soul System hanno un po’ scosso la lunga tradizione di vincitori che cantavano prevalentemente in italiano e con delle caratteristiche vocali da ugole d’oro. E forse fa eccezione anche Giosada, un po’ più rock dei suoi cugini.
Sicuramente per ora a X Factor i gruppi rock non hanno proprio conquistato il pubblico. Quando si è trattato di scegliere, all’insieme, gli spettatori hanno preferito il singolo. All’interpretazione invece, una più potente estensione vocale. Licitra si è infatti conquistato il primo posto con una potentissima versione di Who Wants to Live Forevere dei Queen. Dove il cantante ha toccato tutta una gamma di acuti difficilissimi e bassi profondi altrettanto intensi. Tanto che i superfavoriti Maneskin sono improvvisamente sembrati un po’ troppo estrosi rispetto alla sua austerity.
E che la canzone italiana sia tradizionalmente fatta soprattutto di belcanto, identità, con testi cantati per la maggior parte in italiano e in stile classico, lo ha sottolineato per prima Mara Maionchi. Fin dall’inizio dell’edizione la Mara nazionale ha spinto i suoi cantanti in questa direzione. Una scelta che alla fine si è rivelata vincente. Che volpe.