C’è carne e carne. Quando si intende seguire una sana alimentazione bisogna fare attenzione a cosa finisce nel piatto. Consumando un pasto ad alto contenuto proteico, il rischio è quello di assumere più calorie di quanto ci si aspetti. Il discorso interessa soprattutto la carne. Varia, e di molto, l’apporto calorico a seconda del taglio che si sceglie. Stando a quanto riporta il Daily Mail, infatti, tra filetto, costata o bistecca, le differenze sarebbero notevoli.
Costata di manzo o filetto?
La nutrizionista e dietologa britannica Amanda Ursell ha fatto luce sull’argomento. A suo dire la costata di manzo (rib-eye steak), con le sue 270 calorie per 100 grammi, rappresenterebbe il taglio di carne più grasso. E’ infatti molto marezzata. La T-Bone steak, un grande classico delle steakhouse americane (corrisponde alla nostra fiorentina), invece, apporterebbe la bellezza di 210 calorie per un quantitativo pari a 100 grammi.
Il parere della nutrizionista
Se si ha particolarmente a cuore la propria linea, sarebbe meglio optare per un filetto. E’ molto più magro: si parla infatti di 155 calorie per 100 grammi. Ancora meglio la flat iron steak, a noi nota come “cappello del prete”. Questa bistecca ha solo 140 calorie per 100 grammi e solo 7 grammi di grasso per 100 grammi. Sebbene la paura di molti sia quella di misurarsi con un taglio poco tenero (si ricava dai muscoli della spalla del bovino) la verità e che bisogna saperla tagliare e cucinare.
E’ tutt’altro che dura: gli abili cuochi, che sanno come valorizzarla, la reputano uno dei pezzi di carne più teneri e saporiti in assoluto. Negli ultimi anni, infatti, è divenuta molto popolare tanto negli States quanto nel Regno Unito. Oltre a parlare di un risparmio calorico, da non sottovalutare anche il lato economico. A Londra, ad esempio, sono tanti i locali che permettono di ordinare questo piatto spendendo circa 10 sterline. Attenzione dunque quando si va al supermercato o al ristorante: la bilancia non perdona.