Stare soli aiuta a rilassarsi e stimola la creatività, ma solo se si è scelto di farlo. E’ quello che emerge da uno studio condotto dall’Università di Buffalo, che ha analizzato i comportamenti di 300 persone dichiaratesi gelose della loro privacy (fonte). La solitudine è una condizione perfetta per dar sfogo alla creatività. Ma solo quando si tratta di una scelta e non di una condizione imposta, o dovuta a disagio psicologico. A sua volta, la creatività è un ottimo riduttore dello stress. Insomma, scegliere di stare soli può innescare un importante circolo virtuoso.
La solitudine abbassa lo stress
I rapporti umani sono fondamentali. Le relazioni sociali influiscono sul benessere delle persone, sia mentale che fisico. E’ tuttavia importante distaccarsi ogni tanto dalla collettività, e ritagliare del tempo per sé stessi. E’ in questi momenti infatti che la creatività si libera, prende slancio, e permette di entrare in un ‘flow’ (flusso) psico-emotivo che apporta diversi benefici. Lo stato mentale creativo presuppone una sorta di astrazione dagli stress quotidiani, e allo stesso tempo richiede capacità di problem-solving. Entrambe le attività, inducono l’organismo a produrre dopamina, neurotrasmettitore associato a stati di piacere e di ricompensa. In poche parole, quando si crea si riduce lo stress, ma per creare è preferibile uno stato di solitudine.
Emerge dallo studio sopra citato che ci sono persone che scelgono la solitudine in alcuni momenti della giornata, della settimana, della vita. Sono assolutamente capaci di avere una vita sociale, ma che in certi momenti scelgono di evitarla. E sono proprio loro le persone più creative, o perlomeno capaci di esserlo. Tendenzialmente meno stressate e più soddisfatte. Ma c’è anche chi la solitudine la subisce, oppure è portato ad evitare gli altri per problemi di tipo sociale. Per queste persone il discorso è differente: se la solitudine proviene da comportamenti antisociali o da fobie, non stimola la creatività, né produce alcun benessere.