L’albergo del futuro è quello che rompe le regole. Camere ultra collegate per clientela moderna, giardino urbano sul tetto, galleria d’arte digitale. Ecco come dovrebbe essere una struttura che soddisfi tutte le esigenze della Generazione Y. Ed ecco com’è lo Yooma Urban Lodge. Nato dalla volontà dell’intraprendente Pierre Beckerich e dall’immaginazione di Ora-ïto, il genio vibrante del design, con la complicità di Daniele Buren, Yooma non è un hotel come gli altri. Si tratta di un luogo super innovativo. Grazie alla tecnologia e all’intelligente sfruttamento degli spazi a disposizione disegna un modello che migliora la qualità dei pernottamenti parigini.
Yooma Urban Lodge: l’albergo del futuro
Tutto lo spazio a disposizione è razionalizzato affinché sia sostenibile a livello ambientale ed economico. Propone una differenziazione dei livelli per un uso anche a servizio del quartiere intero. I progettisti, infatti, hanno sfruttato il lotto a disposizione fino a un’altezza di 6 metri. Inserendo al di sotto un silos per i parcheggi a servizio della struttura e del contorno. Al di sopra del silos hanno realizzato l’ostello. Una specie di grande palafitta, dove al posto dell’acqua c’è la strada. E dove possono essere parcheggiate le macchine.
L’idea di base è quella di rispondere alle esigenze dei Millennials. Una generazione edonistica e connessa, che viaggia con gli amici. E quando si parla di tribù vengono in mente anche le famiglie, a cui sono dedicate stanze speciali. Come la sala giochi per i più piccoli. Delle 106 camere dell’albergo, l’80% può ospitare da quattro a sei persone. E ogni stanza è dotata di caricabatterie, porta USB e WiFi per tutti. Tutti i dettagli sono studiati per ogni singola esigenza. Anche quelli nella lavanderia, nella palestra, nella sauna, alla concierge dove ad attendere gli ospiti c’è il robot maggiordomo. Che può fare anche il check-in fornendo la carta magnetica della stanza. Il codice a barre di quest’ultima può essere anche inserito nel telefono.
Nell’area vicino alla reception si trova il ristorante. E’ qui che vengono consumati il pranzo, la cena e soprattutto la colazione. Una curiosità riguarda le sedie: sono tutte differenti tra loro. Sembra che il proprietario sia un amante del design e collezioni sedie d’autore che inserisce all’interno del ristorante. Ma il vero fiore all’occhiello è l’orto urbano. 20 mila piante che occupano i mille metri quadrati del tetto. A cui lo chef Dimitri Szydywar attinge per le sue forniture su base giornaliera di erbe aromatiche.