La tecnologia vintage non passa mai di moda. Rievoca emozioni di proustiana memoria, mettendo al posto delle madeleine i giochini tascabili che hanno accompagnato generazioni intere di ragazzi nella loro infanzia-adolescenza. E se il cuore vi batte forte all’idea del ritorno del Game Boy, ora ci pensa il Tamagotchi a farvi tornare dritti dritti negli anni ’90. Sì, perché il giochino portachiavi a forma di ovetto torna per festeggiare i 20 anni dalla sua nascita. Lo ha annunciato l’azienda Bandai Namco nella sua pagina facebook americana.
Tamagotchi, un’icona per gli adolescenti degli anni ‘90
Era il 23 novembre 1996 quando l’azienda giapponese rilasciò il primo Tamagotchi. Un pet digitale, una sorta di pulcino secondo gli italiani (all’estero è spesso considerato un piccolo alieno). Un esserino del quale prendersi cura dandogli da mangiare, facendogli le coccole, lavandolo, curandone la salute. E persino rimproverandolo quando necessario, per disciplinarlo. Il gioco consiste nel curarlo costantemente per aumentare il punteggio. Anche perché, se trascurato, il Tamagotchi poteva morire – cosa che ha sollevato non poche polemiche per il contraccolpo emotivo che aveva sui più piccoli. Certo poteva rinascere, ma vedere il proprio pet che diventava un angioletto dopo settimane passate a prendersene cura ha traumatizzato più di un bambino.
Proposto in tante versioni (37 dal 1996 al 2007), quella creata per l’anniversario è di dimensioni ridotte. E in qualche modo più elegante e minimal nella sua veste bianca. D’altronde gli adolescenti degli anni ’90 ora sono adulti e hanno diverse esigenze estetiche, si presume. All’epoca fu una vera e propria mania, un successo internazionale che ha spinto milioni di ragazzini ad acquistare l’ovetto (il suo nome è l’unione tra la parola giapponese tamago – uovo – e watch – orologio da polso). Chissà se anche la sua riedizione – che costerà circa 16 euro – sarà altrettanto di successo.