Vivere il sesso da genitori è diverso dal viverlo come coppia single. E il segno del cambiamento è tutto racchiuso nel simbolo di una camera da letto con una porta chiusa oppure con una porta aperta. Quando si parla di sesso la scelta tra le due opzioni non è affatto casuale. La prima richiama la necessità di trovare uno spazio dedicato alla sessualità dopo la nascita di un figlio. La seconda scelta dimostra invece la rinuncia all’intimità in favore di un’asse tutto spostato verso la genitorialità. Come trovare una mediazione tra le due soluzioni?
Perché un giorno arriva un figlio e la casa cambia forma. Anche se non avviene nulla di sostanziale a livello di modifiche architettoniche, non ci sono muri che si abbattono o nuove stanze che nascono, a livello simbolico gli spazi in casa si modificano di gran lunga. Soprattutto per quel che riguarda il posto occupato dall’intimità e dal sesso. Lo sguardo è quindi tutto rivolto alla camera da letto, baluardo di resistenza all’assorbimento totale di energie e tempo che un figlio necessariamente richiede e produce per sé. Eppure il sesso rimane fondamentale per una coppia anche dopo la nascita di un figlio. Come separare quindi il tempo dell’intimità dal tempo della genitorialità? Dove e perché trovare la voglia di chiudere un confine dedicandosi solamente alla coppia e senza sensi di colpa?
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Vivere il sesso da genitori: la camera da letto. Quando chiudere la porta e quando lasciarla aperta?
Per rispondere, abbiamo parlato con la dott.ssa Emanuela Napoli, sessuologa e psicologa dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma.
Ecco cosa ci ha raccontato.
“La porta va chiusa nel senso che è importante che la coppia sia dia la possibilità di ritrovare uno spazio che non sia soltanto mentale ed emotivo ma anche fisico. Ed è importante organizzarsi a livello logistico per riuscirci. Il bambino ha bisogno di tantissime attenzioni, certamente, ma uno spazio di coppia si può trovare con la stessa urgenza con cui si decide di fare la spesa”.
Come sottolinea l’esperta, l’agenda non è affatto nemica della buona sessualità. L’idea di un giorno sul calendario dedicato al sesso non uccide il desiderio, anzi.
“La volontà di non trovare questo spazio e cadere nella convinzione che il sesso debba essere qualcosa di istintivo, è sbagliato. Sia per le coppie senza figli sia per le coppie che hanno un figlio. Bisogna mettersi alla ricerca di un giorno pensato per l’intimità. Proprio questa attesa del sesso crea desiderio”.
Il sesso da genitori: come gestirlo con i figli adolescenti
C’è anche da dire che una porta chiusa mentre il neonato riposa, è però una spiegazione sulla sessualità dei genitori che può essere facilmente elusa. Non richiede risposte e non intacca il tema dell’educazione sessuale in famiglia. Cosa accade invece quando i figli sono adolescenti e coscienti? La sessualità può essere vissuta anche con la loro presenza in casa?
“Queste resistenze fanno parte dei nostri tabù sociali e culturali. Non c’è nulla di male a dire al figlio che mamma e papà si vogliono bene. Chiudere la porta è una dimostrazione d’amore, un voler riconoscere l’attività sessuale che l’adolescente farebbe bene ad associare all’intimità, piuttosto che pensare al sesso come attività oscura dietro la porta che ha solo immaginato e al quale si agganciano idee personali e vissuti spesso anche critici”.
Tuttavia, al di là del gesto fisico, un altro tema critico rimane quello di chiudere la porta rimanendo tuttavia comunque agganciati ai sensi di colpa verso il bambino/adolescente. “Posso chiudere la porta ma il senso di colpa entra lo stesso. Quindi è fondamentale riuscire a superare queste difficoltà sul piano personale. L’importante è tracciare un confine tra l’essere amanti e genitori. Ci si riesce solo se si lavora su stessi e sulla coppia. Più io lavoro sui fantasmi, più sarò in grado di chiudere la porta con serenità”.