Conquistare l’amore o l’amicizia di qualcuno. O magari la fiducia di un collega, o un datore di lavoro. Piacere alle persone dipende da molti fattori, spesso soggettivi. Mentre ci confrontiamo con qualcuno mostriamo diversi aspetti del nostro carattere, alcuni evidenti, altri meno. Secondo Travis Bradberry, consulente e scrittore che si occupa di intelligenza emotiva e leadership, ci sono alcuni piccoli segnali, 7 per la precisione, che le persone considerano nel valutarci. Comportamenti e modi di fare che sembrano essere in secondo piano, ma in verità delineano la nostra personalità, e permettono agli altri di farsi un’idea su di noi. Giudichiamo le persone in base a piccoli segnali. A volte semplicemente osservando come sono vestite ci facciamo già un’idea della loro personalità. O la loro postura. Il cervello umano si focalizza sui dettagli, che spesso hanno più valore di tratti caratteriali evidenti.
7 indicatori di personalità per piacere alle persone
Se vogliamo piacere alle persone dobbiamo stare attenti anche ai comportamenti che ci sembrano più insignificanti. Perché potrebbero essere proprio loro a sabotare la nostra carriera, o la vita sociale. Per esempio, scrive Bradberry, le persone si fanno un’idea di noi da come trattiamo i camerieri, i baristi, i receptionist. Le persone che, per lavoro, offrono i loro servigi. Il modo in cui ci relazioniamo a loro (con gentilezza, con indifferenza, con arroganza oppure con amicizia) è un indice di come sappiamo lavorare in squadra, e di come trattiamo le persone in generale. Non importa se col nostro commensale siamo tutti cuoricini e gentilezze: se rispondiamo male o con supponenza al cameriere facciamo una figura orribile.
Non c’è nulla di più frustrante di qualcuno che guarda il telefono nel mezzo di una conversazione. Quanto spesso lo facciamo permette alle persone di formarsi un’opinione sulla capacità che abbiamo di prestare attenzione e di ascoltare, sul rispetto, sulla considerazione. Perfino sulla mancanza di volontà. Secodo Braberry un altro segnale importante sulla base del quale veniamo giudicati è la presenza di abitudini nervose e ripetitive. Torturarsi unghie o pellicine, lisciarsi continuamente i capelli: piccoli ‘tic’ che segnalano la nostra ansia in quel momento, il nostro stato nervoso. Spesso si tratta di segnali di frustrazione o noia, o perlomeno così vengono percepiti.
Gesti e comportamenti rivelatori di personalità
A proposito di gesti, la stretta di mano è un segnale che gli altri leggono come indicatore di personalità. Una stretta troppo fiacca o troppo stretta delineano due estremi caratteriali (insicuri o fin troppo sicuri). Lo stesso vale per il contatto visivo: guardare negli occhi tutto il tempo mette a disagio l’interlocutore – si risulta aggressivi, e un poco inquietanti. Non farlo mai rende antipatici, fa passare per disinteressati, o timidi all’estremo. Guardate negli occhi chi vi parla ma evitate di fissarlo: secondo uno studio, mantenere il contatto visivo per il 60% della conversazione è l’ideale.
Chi lo fa (o non lo fa) di solito non se ne rende nemmeno conto. Ma il tempo che una persona impiega ad interessarsi all’altro è un enorme indice di personalità. Ci sono persone che parlano tutto il tempo di loro stesse, dimenticando completamente di interessarsi a chi hanno davanti. O persone che invece fanno interviste, e non dicono nulla di loro. I primi risultano caratteri che tendono a ‘prendere tutto’, egocentrici e molto richiedenti. I secondi risultano umili, interessati a ‘dare’, ma a volte troppo chiusi.
Infine, la puntualità: arrivare tardi ad un appuntamento (o, peggio, farlo regolarmente) viene letto dagli altri come mancanza di rispetto. Ma anche tendenza a procrastinare, disinteresse, pigrizia.