Da Colazione da Tiffany a Dumbo, da James Bond a Star Wars Episodio I: ecco dieci film pieni di stereotipi razzisti e sessisti
Dumbo (1941)
I corvi afro-americani di Dumbo. Siamo pronti a scommettere che nel remake di Tim Burton non ci saranno.
I racconti dello zio Tom (1946)
I racconti dello zio Tom, ovvero: l'ode a una visione idealizzata del Sud degli Stati Uniti, un'utopia dove, in fondo, i neri non stavano poi così male pur essendo inferiori ai bianchi. Un'immagine tremenda perpetrata per decenni a Holllywood e non solo.
Colazione da Tiffany (1961)
Il Mr. Yunioshi interpretato da Mickey Rooney in Colazione da Tiffany.
Hollywood Party (1968)
Peter Sellers "pittato" nel ruolo del goffo ma adorabile Hrundi V. Baskshi nel capolavoro di Blake Edwards.
Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974)
Lo sceriffo nero Bart (Cleavon Little) si ritrova ad affrontare il razzismo della cittadina del West di cui diventa tutore dell'ordine. Mel Brooks ha detto che, inizialmente, non avrebbe voluto usare la parola "nigger" in Mezzogiorno e mezzo di fuoco. Fu l'amico Richard Pryor a convincerlo, perché altrimenti la satira non avrebbe avuto lo stesso impatto. Oggi quella parola è tabù nella stragrande maggioranza dei casi.
I primi film di James Bond
Da Sean Connery "travestito" da giapponese (con tanto di trucco giallastro e occhi a mandorla) in Si vive solo due volte, agli stereotipi sui neri in Vivi e lascia morire, passando per le tante volte che 007 ha trattato le donne come oggetti... ci sarebbe da riempire interi libri sul politicamente scorretto dei classici film di Bond!
La donna esplosiva (1985)
Due quindicenni riescono in qualche modo a creare la donna perfetta con il loro computer. Kelly LeBrock, all'epoca venticinquenne, se la fa con due teenager. Praticamente è pedofila!
Soul Man (1986)
C. Thomas Howell assume "pillole per l'abbronzatura" in modo da qualificarsi per una borsa di studio riservata agli afro-americani. Succede in Soul Man, una satira che sbaglia mira e diventa razzista.
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999)
Jar Jar Binks è solo uno degli stereotipi che affollano l'Episodio I della saga di Star Wars.
Transformers – La vendetta del caduto (2009)
Volgari, casinisti e rumorosi, Mudflap e Skids sono i due robottini "afro-americani" di Transformers - La vendetta del caduto. Due imbarazzanti stereotipi a due gambe, che fecero infuriare non poco il pubblico e non sono nemmeno divertenti.
Di film politicamente scorretti ne sono stati fatti tanti. Ancora oggi ne vengono fatti tanti. Ma il politicamente scorretto di un tempo era certamente più forte. Oggi, gli stereotipi razziali vengono generalmente evitati al cinema, ma fino a pochi anni fa era la norma. Prendiamo, ad esempio, film come Hollywood Party e Colazione da Tiffany. Si tratta di due opere leggendarie, amatissime. Ma pochi si rendono conto di quanto siano razzisti. In Colazione da Tiffany, Mickey Rooney interpreta Mr. Yunioshi, il vicino giapponese di Holly. Gli occhiali spessi e la dentatura da cavallo rientrano nello stereotipo del giapponese celebre all’epoca. In Hollywood Party, Peter Sellers interpreta un indiano impacciato e timido tingendosi la pelle. Cose inconcepibili oggi.
Ecco i film politicamente scorretti che oggi non si farebbero più.
Ci sono altri esempi ancora più allarmanti. Che gettano luce su un lato oscuro che l’America ha tentato di spazzare sotto il tappeto per anni. Ovvero il razzismo talmente sistematico da essere percepito come “normale”. In Dumbo, i lavoratori che erigono il circo sono tutti neri, e cantano una canzone sull’essere schiavi. I corvi che Dumbo incontra sono stereotipi afro-americani. E il loro capo si chiama Jim Crow, come le leggi che dettavano l’apartheid fino all’avvento di Martin Luther King. Ancora peggio è I racconti dello zio Tom, film che infatti la Disney non ristampa più in home video. Il film, che vede un ex schiavo raccontare storie folkloristiche a un bambino bianco, fu accusato già allora di perpetrare una visione idilliaca della schiavitù.
Ma ci sono anche esempi più recenti. Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, uscito nel 1999, si fonda su una serie di stereotipi razziali. Jar Jar Binks si muove e parla come un giamaicano. Watto, il proprietario di schiavi che possiede la madre di Anakin Skywalker, sfoggia tratti da caricatura del mercante ebreo. E i membri della Federazione dei Mercanti sono rappresentati come dei giapponesi (mentre in italiano sembravano russi).
Scopriamo insieme dieci film politicamente scorretti che oggi non si farebbero più.