Non si può certo dire che Michele Riondino faccia il divo, eppure è una star. Con quell’atteggiamento discreto e il look sempre casual lontano anni luce da chi sui red carpet si atteggia con divismi – a volte immeritatamente – lui è un attore che porta contenuti, talento, equilibrio. Fa parte di quella ‘fetta’ di attori italiani circa 40enni, belli e colti, versatili, che gestiscono con talento ruoli televisivi ‘facili’ e partecipazioni a film autoriali più impegnative. Ma anche teatro, e perché no, documentari. Pensiamo a Luca Marinelli, a Claudio Santamaria, a Elio Germano, ad Alessandro Borghi. Non esattamente le ‘nuove leve’, ma sicuramente una generazione di attori talentuosi come non se ne vedevano da tempo.
Michele Riondino
Un po’ anti-divo Michele Riondino lo è. Riservato, non si dà in pasto a gossip e chiacchiere da corridoio. Schivo, ma sembrerebbe più per timidezza che per atteggiamento da ‘bello e tenebroso’. Al contrario: sorride in favore di fotografi senza pose impostate, sembra spontaneo e rilassato. Come il suo look. Michele Riondino sfoggia con eleganza naturale gli smoking e gli abiti da red carpet. Ma è più facile vederlo con jeans e maglioncino girocollo. Anzi, il pulloverino è un suo tratto distintivo più di ogni altro capo probabilmente. Anche la maglietta con la giacca in pelle non manca.
Alla 74. edizione del Festival di Venezia, dove ha partecipato presentando il documentario fuori concorso ‘Diva!’, in cui è l’unico attore uomo in un cast di 8 attrici, è sbarcato con un maglioncino in cotone color senape. E pantaloni in demin blu scuro. Indossando occhiali Ray-Ban a specchio. Mentre alla premiere del film (per il quale ha ricevuto il premio Kineo) ha indossato un maglioncino color panna, abbinato a pantaloni a micro-righe. Un anti-divo dallo stile casual, insomma.
Nato a Taranto nel 1979, Michele Riondino è noto al grande pubblico per aver interpretato Il giovane Montalbano. Lavora molto in teatro, tra i suoi film citiamo Il passato è una terra straniera, Fortapàsc, Noi credevamo, Gli Sfiorati, Il giovane favoloso, Meraviglioso Boccaccio e La ragazza del mondo, grazie al quale ha vinto il premio Pasinetti alla Mostra del Cinema di Venezia 73 (da film.it)